L’agricoltura europea in questo momento sta subendo una forte destabilizzazione e crisi dovuta in particolare alle ingenti quantità di prodotti e materie prime alimentari a basso prezzo che vengono importate dall’Ucraina grazie alle decisioni della Commissione Ue, che ha eliminato tutti i dazi e liberalizzato gli scambi per favorire l’economia di Kiev dopo l’invasione russa e il blocco dei passaggi dal Mar Nero. Uno dei motivi principali per i quali è scattata la protesta infatti è proprio quello della mancata possibilità di vendita sul mercato, una grave limitazione che sta costringendo molti produttori a distruggere tonnellate di prodotti invenduti.
Perchè è praticamente impossibile competere con i prezzi bassi che le aziende ucraine possono offrire, soprattutto per quanto riguarda il grano, l’olio di semi, pollame e zucchero. Le manifestazioni si stanno intensificando, specialmente in Polonia, dove gli agricoltori da tempo sono sul piede di guerra contro Kiev, e chiedono all’UE di reintrodurre le tasse sulle importazioni e di garantire l’accesso sui mercati prima ai produttori interni, per evitare il fallimento definitivo.
Agricoltori Ue destabilizzati dalle importazioni a basso costo dall’Ucraina chiedono di reintrodurre i dazi
Il quotidiano francese Le Figaro, ha interpellato alcuni protagonisti che sono in prima linea nella protesta degli agricoltori contro l’Unione Europea e contro il governo francese. Uno dei titolari di aziende di pollame della regione del Loiret afferma che la produzione è ormai diventata economicamente insostenibile, perchè, dopo che sono state aperte le frontiere, numerosi partner hanno smesso di acquistare i tagli di carne, preferendo prodotti dall’Ucraina che costano molto meno. Il problema però oltre che economico è anche per la qualità, perchè come sostengono moltissimi imprenditori, le materie che provengono da Kiev non sono sottoposte a restrizioni di sicurezza alimentare come quelle che hanno gli allevamenti Ue.
Ad esempio non viene limitato l’uso di antibiotici. Così come alcuni tipi di pesticidi, non vietati. La lotta si sta inasprendo, soprattutto in vista delle elezioni europee, e c’è chi chiede, oltre alla reintroduzione di dazi, un controllo sulle procedure di coltivazione dei prodotti che potrebbe limitare la massiccia circolazione delle merci che non risultano conformi.