La rivoluzione tecnologica corre anche nella coltivazione dei campi. Nonostante la pressione esercitata dalla pandemia, nel 2020 il mercato dell’agricoltura 4.0 ha raggiunto un valore di 540 milioni di euro, registrando una crescita del 20% rispetto all’anno precedente, in linea con l’andamento pre-Covid.
A dirlo è la ricerca realizzata dall’Osservatorio Smart Agrifood della School of Management del Politecnico di Milano e del Laboratorio RISE (Research & Innovation for Smart Enterprises) dell’Università degli Studi di Brescia, che sottolinea come ben il 60% delle aziende agricole utilizzi oggi almeno una soluzione digitale e il 38% ne impieghi addirittura due o più.
Le nuove tecnologie – spiega la ricerca – trovano applicazione nelle fasi di coltivazione, semina e raccolta dei prodotti in diversi comparti, fra i quali emergono l’ortofrutticolo, il vitivinicolo e il cerealicolo. La spesa – rileva ancora lo studio – è trainata soprattutto dall’agricoltura di precisione: si punta sui sistemi di monitoraggio e controllo di mezzi e attrezzature (36% del mercato) e sui macchinari connessi (30%).
La ricerca evidenzia infine come tra le maggiori applicazioni dell’agricoltura 4.0 spicchi la tracciabilità alimentare: il processo che permette di verificare la storia, i movimenti e il percorso effettuati dai singoli prodotti viene indicato dall’89% del campione. E in questo ambito, va segnalata in particolare la crescita della Blockchain, tecnologia che, sfruttando le caratteristiche della rete informatica, consente di condividere dati e informazioni in maniera aperta e distribuita senza la necessità di un’entità centrale di controllo e verifica. Grazie a un balzo del +59% registrato nel 2020, questo processo è infatti presente nel 18% delle soluzioni di tracciabilità. L’agroalimentare è del resto il terzo settore per numero di progetti pilota e operativi a livello internazionale proprio in tema di Blockchain.
Spazi di crescita
Va detto però che al momento solo il 3-4% della superficie agricola è coltivata con strumenti 4.0 e che il settore rappresenta circa il 4% del mercato globale. Ma letto in controluce – suggerisce l’Osservatorio – questo è il segno che l’Agricoltura 4.0 deve ancora esprimere larga parte del suo potenziale.
“Il settore agroalimentare ha superato la prova della pandemia, mostrandosi dinamico e aperto all’innovazione, ben consapevole dei benefici che l’applicazione delle tecnologie digitali può apportare in termini di efficienza, competitività, sostenibilità della filiera – afferma Andrea Bacchetti, Direttore dell’Osservatorio Smart Agrifood -. Nonostante questo, soltanto una piccola parte della superficie agricola è oggi coltivata con strumenti 4.0. Per sbloccare questo potenziale ancora inespresso sarà dunque necessario lavorare sulle soluzioni, sviluppare competenze specifiche e valorizzare e condividere dati”.
Dal campo all’industria
A essere toccate dalla rivoluzione 4.0 non sono però soltanto le aziende agricole. Anche le imprese della trasformazione alimentare – rileva l’Osservatorio Smart Agrifood – sono aperte all’innovazione e alla sperimentazione di soluzioni innovative, anche se spesso ancora legate a tecnologie di base. L’87% delle 135 imprese analizzate dalla ricerca applica o sperimenta infatti almeno una tecnologia digitale, principalmente nei processi distributivi e produttivi. E guardando avanti le prospettive paiono incoraggianti: l’85% del campione intende investire in strumenti 4.0 entro i prossimi tre anni.
— — — —