Allarme Confagricoltura sul Green Deal: “limita gli agricoltori”
Il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, intervistato da Italia Oggi in vista della prossima assemblea nazionale dell’organizzazione, è critico nei confronti della posizione dell‘Unione Europea in merito al settore agricoltura, messo in serio pericolo dai continui rialzi dei tassi di interesse imposti dalla BCE che non fanno altro che aumentare il prezzo delle materie prime, e da norme stringenti sull’ambiente inserite nel Green Deal.
Tutto ciò non farebbe che aggravare la difficoltà degli imprenditori, “consegnando di fatto il mercato alle produzioni extra Ue con bassi standard di qualità e salubrità“. Per Giansanti “Il modello di produzione agricola europeo non può essere teso solo alla mera tutela ambientale“, bisognerebbe comprendere che “la produzione di cibo è fondamentale, ma l’accordo sull’ambiente prevede un’aumento dell’import di prodotti da paesi non Eu, è questa è una follia“. Un’altra critica è poi nei confronti del “nuovo oscurantismo scientifico“, che rischia di bloccare l’innovazione che serve a tutto il settore “chiediamo riforme, perchè il climate change incombe e i cittadini vogliono piante sempre più resistenti a malattie e siccità“.
Giansanti “La carne sintetica non rispetta il ciclo della natura”
Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, vuole difendere gli imprenditori da una politica UE sbagliata perchè incentrata solo sulla sostenibilità e sul Green Deal, tralasciando l’importanza di favorire l’aumento produttivo interno. C’è il serio rischio di una dismissione agricola che aumenterebbe l’import di materie prime alimentari estere non abbastanza certificate in termini di qualità.
Proprio su questo tema legato alla salubrità dei prodotti, la ciritca è anche nei confronti della “carne sintetica” della quale dice di essere stato tra i principali oppositori perchè c’è un “problema di tipo etico di fondo“. Bisogna infatti rispettare i cicli della natura, e “gli strumenti alternativi proprio per il loro essere ‘contro natura’ sono anche contro la vita stessa“. Inoltre, conclude Giansanti “l’agricoltura deve rappresentare la democrazia del cibo“, e quindi permettere un “monopolio delle multinazionali che di certo rispondono solo alle logiche degli utili e non a quelle del “dare cibo” sarebbe controproducente e potrebbe compromettere il destino di interi continenti“.