Il futuro dell’agricoltura biologica in Europa potrebbe essere rappresentato da una coesistenza con la tecnologia genica? Le richieste delle grandi aziende spingono verso la deregolamentazione per permettere ai produttori di utilizzare gli Ogm senza dover necessariamente inserire in etichetta tutta la tracciatura. Ma molti imprenditori delle coltivazioni biologiche e sostenibili si oppongono alla proposta, perchè questo potrebbe rappresentare la fine del mercato “sicuro”, cioè che il consumatore in futuro potrebbe non rilevare più la differenza tra tradizionale e Ogm e quindi c’è il serio rischio che tutti i prodotti vengano assimilati senza distinzione.
Il dibattito è aperto, l’agenzia di informazioni Euractiv ha raccolto una serie di opinioni sul tema, alla luce del prossimo incontro relativo al secondo trimestre 2023, nel quale si discuterà in merito al tema della tracciabilità dei prodotti agricoli, coltivati anche grazie alle tecnologie genomiche, e si voterà per la proposta di destinazione del 25% dei terreni agricoli al biologico, entro il 2030, come prevede il Green Deal europeo.
Agricoltura Ue, produttori bio contro la proposta di deregolamentazione Ogm
La tecnologia genomica in agricoltura, che prima veniva genericamente indicata come Ogm, ora si chiama NGT e significa “Nuove tecniche genomiche”. Una tecnologia avanzata che permette di produrre semi e piante resistenti ai nuovi cambiamenti climatici e quindi con meno necessità di pesticidi. Ma questo sistema potrebbe nascondere alcuni rischi per la salute, avvertono le aziende contrarie, perchè ancora non è stata fatta abbastanza ricerca sul campo. Inoltre togliere la tracciabilità di tali componenti potrebbe compromettere il mercato, non permettendo ai consumatori di fare una scelta consapevole per gli acquisti.
Eliminare la dicitura dalle etichette comporterà un’assimilazione dei prodotti, come sostiene Jan Flagge, presidente del movimento per la produzione biologica IFOAM “Bisogna garantire agli agricoltori la libertà a non usare gli Ogm e differenziarsi dagli altri produttori“. Inoltre, le associazioni del biologico europee, chiedono di preservare il diritto dei consumatori ad una chiara informazione di tracciabilità in etichetta, “Senza indicazione di provenienza una coesistenza tra agricoltura sostenibile e tecnica genomica non può esserci“.