“Dobbiamo provare a togliere quel punto interrogativo”, conclude perentorio Corrado Martinangelo, presidente di Agrocepi, il Talk Webinar organizzato ieri mattina dal sindacato delle filiere agroalimentari intitolato “L’agroalimentare italiano leva di sviluppo per il paese?”.

All’incontro a cui hanno partecipato numerosi dirigenti di Agrocepi e rappresentati di imprese e filiere sono intervenuti l’on. Maria Chiara Gadda, di Italia Viva-Azione e vicepresidente della commissione agricoltura, l’on Raffaele Nevi, di Forza Italia, segretario della stessa commissione, e Paolo De Castro, europarlamentare ed ex ministro.



Sul ruolo di traino dell’agroalimentare italiano non ha dubbi De Castro: “L’Italia è ormai uno straordinario paese esportatore. Quest’anno raggiungiamo i 60 miliardi, e siamo a ridosso di Francia e Germania, che hanno il doppio di superficie coltivabile. Ci sono settori in crescita costante come il vino (8 miliardi) e la pasta. Senza contare la performance del parmigiano reggiano e del grana padano, con gli oltre 20 miliardi di fatturato. Per essere chiari, il nostro paese non avrebbe bisogno di niente se non esportasse, per cui latte, grano duro, e altre materie prime, servono a sostenere un fantastico momento dell’esportazione dei nostri prodotti di punta”.



L’ottimismo del parlamentare europeo nasce anche dai recenti successi ottenuti a Bruxelles grazie ad un lavoro bipartisan della delegazione italiana. “A cominciare dalla sospensione delle nuove norme relative all’etichettatura “nutriscore”, ritenuta dalla commissione europea meritevole di ulteriori approfondimenti, oppure dallo stop a chi voleva togliere carne e vino dal regolamento per la promozione 2023, dal blocco della direttiva sulle emissioni sui bovini e la riduzione dell’uso dei fitofarmaci in assenza di valide alternative”.

Il confronto si è poi spostato sul fronte nazionale e sui temi posti dalla volontà del nuovo governo di mettere l’accento sulla “sovranità alimentare”. “La sovranità alimentare assoluta – chiarisce bene l’on. Nevi – non può essere considerato il nostro obiettivo, noi vogliamo proteggere e dare maggiore valore aggiunto alle nostre produzioni, soprattuto nel mercato globale”. Ma il ragionamento del parlamentare espressione della maggioranza di centro-destra tende a sottolineare l’insieme degli strumenti messi a disposizione delle imprese dell’agroalimentare. “Nonostante la pandemia e negli ultimi mesi delle conseguenze della guerra in Ucraina, le imprese stanno reagendo bene. In qualche modo – ha concluso l’on Nevi – il settore privato sta dimostrando di essere più pronto ad utilizzare i soldi del PNRR e le altre opportunità messe a disposizione in questi mesi. Sicuramente l’attenzione deve rivolgersi alla capacità dei privati di trainare il sistema, vincendo resistenze e ritardi che arrivano dal pubblico”.



L’intervento dell’on Maria Chiara Gadda, rieletta con Azione-Italia Vive e ora vicepresidente della commissione alla Camera rivela uno sguardo più ampio sul futuro del mondo dell’agricoltura italiana. “Non vi è dubbio che oggi siamo in una fase di transizione e due sono le leve più importanti affinché questo sforzo non sia vanificato: il sostegno all’innovazione tecnologica, a partire dai risultati ottenuti applicando Industria 4.0 all’agricoltura, e la leva della formazione. Molto forte in questi mesi è stato avvertito il problema di una carenza cronica di personale qualificato. Dobbiamo su questo essere molto più aggressivo, per coordinare le politiche regionali di formazione e indirizzare le politiche attive del lavoro verso le concrete possibilità occupazionali”.

Su questi temi l’on. Gadda è stato molto chiara: “qui non c’entra nulla la nostra contrarietà verso il reddito di cittadinanza, serve solo ricordare anche in questa occasione che non serve confondere le politiche di sostegno con le politiche attive per il lavoro. Così come sappiamo che è urgente un ragionamento sull’apertura a nuovo e qualificati ingressi di stranieri nel nostro paese, rivedendo la politica delle quote fatta fino ad oggi”.

Il confronto si è concluso su una nota di carattere generale e su come lavora oggi il parlamento dopo la riduzione drastica del numero degli eletti? “Diminuire il numero dei parlamentari – chiarisce l’on. Gadda – senza aver distinto funzioni e ruoli delle due camere rappresenterà senz’altro un problema. E la soluzione non può essere quella di una riduzione. Della qualità del rapporto governo parlamento (come sta avvenendo adesso sulla legge di bilancio assegnata ad un solo ramo) e soprattutto del rapporto parlamento e territori, oggi sicuramente molto meno rappresentati”.

Appuntamento al prossimo incontro annunciato per il mese di febbraio, “cercheremo di rendere concretamente visibili gli sforzi che le aziende stanno facendo, utilizzando presto e bene i soldi dei contributi del PNRR e della coesione sociale” ha concluso il presidente Martinangfelo.