Tutto l’agroalimentare è impegnato nel contrasto ai cambiamenti climatici di cui è anche vittima. Attraverso la fotosintesi clorofilliana l’agricoltura è l’unico settore che contribuisce alla sottrazione di anidride carbonica collaborando alla neutralità climatica; è vittima perché subisce gravi danni dagli eventi estremi di tale fenomeno: gelate, alluvioni, siccità, ecc.
Un’altra sfida è posta all’agroalimentare: produrre cibo in quantità sufficiente a sfamare il mondo e adeguata alle esigenze dei consumatori sempre più esigenti riguardo a salubrità e rispetto dei territori.
Anche in piena emergenza Covid-19, i consumatori hanno accresciuto l’interesse per la sostenibilità ambientale, il connubio cibo-salute, gli ecosistemi, i modelli sani di vita, la deurbanizzazione, le informazioni sui metodi di produzione e sull’origine dei prodotti. Analogamente è enormemente cresciuto l’interesse per il digitale, che ha modificato la vita personale, collettiva e lavorativa, nonché le modalità di acquisto dei beni di consumo, attraverso strumenti impensabili nel periodo pre-Covid.
La direzione impressa dai cittadini-consumatori è netta e ha preso forma nella comunicazione Ue del 20 maggio 2021 dal titolo “A Farm to Fork Strategy”, destinata a cambiare il volto dell’agricoltura e delle filiere agroalimentari del nostro continente. Questa rivoluzione verde interesserà tutta la filiera agroalimentare “dal produttore al consumatore”. I metodi di trasformazione dovranno utilizzare meno conservanti e plastica, ridurre i consumi di energia, utilizzare filiere più corte e imballaggi biodegradabili.
Le persone prestano una sempre maggiore attenzione ai requisiti ambientali, sanitari, sociali ed etici e, ora più che mai, ricercano valore negli alimenti. Vogliono sentirsi più “vicine” agli alimenti che consumano, chiedono siano freschi e meno lavorati, che provengano da fonti sostenibili, alimenti salutistici, benessere animale, antibiotic free, prossimità e made in Italy. Infatti, l’agricoltura italiana viene percepita come più sostenibile e le richieste di filiere più corte si sono intensificate durante la pandemia Covid-19.
Il futuro dell’economia, quindi anche dell’agricoltura, sarà caratterizzato dalla transizione ecologica e digitale.
CDO Agroalimentare vuole aiutare questa trasformazione richiesta al settore dai cittadini e consumatori europei certa che tali obiettivi si potranno raggiungere solo con un protagonismo degli imprenditori e non con un ritorno all’agricoltura del passato.
Vi sono molti esempi di imprenditori che producono cibo di qualità con progetti di economia circolare con energie rinnovabili, mediante l’utilizzo di innovazioni nella genetica e nelle tecnologie capaci di aumentare la sostenibilità e il risparmio dell’acqua.
Non si risolvono infatti i problemi ambientali con la passività, bensì con il protagonismo dell’uomo; così in questo Meeting di Rimini dedicato al “Coraggio di dire io”, vogliamo affermare l’importanza del comportamento di ogni uomo per il rispetto del pianeta.
Le esperienze che potremo sentire all’incontro “La transizione ecologica nell’agroalimentare” in programma oggi alle ore 13:00 aiuteranno a comprendere, con la descrizione di esempi concreti di cambiamento dei modelli produttivi, come il protagonismo delle imprese può già da oggi far raggiungere l’obiettivo di produzioni rispettose dell’ambiente in grado di sfamare il mondo.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.