Carne, salumi, vino e birra (per ora) sono salvi. È stato fermato il tentativo della Commissione europea di escludere questi prodotti dai finanziamenti destinati alla loro promozione. Nel corso della riunione della sezione promozione del Comitato di Organizzazione Comune dei Mercati Agricoli (Comitato COM), infatti, non è stata approvata la proposta di decisione di esecuzione relativa al finanziamento dell’informazione e alle misure di promozione applicate ai prodotti agricoli tanto nel mercato interno quanto nei Paesi terzi. Come pure non è stata approvata l’adozione del programma di lavoro per il 2023.
La bocciatura del Comitato è stata resa possibile anche dal voto contrario dell’Italia, che ha fortemente avversato la proposta proprio perché, tra i criteri definiti per il bando promozione 2023, era stata prevista la penalizzazione del settore vinicolo e dei prodotti a base di carne.
“La politica di promozione dell’Ue deve continuare a sostenere tutti i prodotti agricoli dell’Unione – dichiara Luigi Scordamaglia, Consigliere Delegato di Filiera Italia che accoglie con soddisfazione l’esito della vicenda -, respingendo gli atteggiamenti discriminatori verso i prodotti a base di carne e le eccellenze dei settori vitivinicolo e della birra, che a pieno titolo sono inclusi nella dieta mediterranea”.
Ma non solo. Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, si spinge anche più in là: “La demonizzazione di questi prodotti – sottolinea Prandini – coincide in maniera evidente con la propaganda del passaggio a una dieta unica mondiale, dove il cibo sintetico si candida a sostituire quello naturale. Non lo possiamo accettare!”.
Un punto su cui si è espresso anche il neo ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare e Forestale, Francesco Lollobrigida: “La nostra economia, il nostro sistema è spesso aggredito da metodi che non condividiamo – ha dichiarato a Italiaambiente, a margine della 124esima edizione di Fieracavalli -. Nel nostro Governo non ci sarà nessuno spazio per carne sintetica e farina di grilli. Il nostro obiettivo è difendere i cittadini dalle degenerazioni che vogliono far passare l’idea che basta nutrirsi, a prescindere da dove e come viene prodotto il cibo. Ma noi non possiamo accettarlo”.
Va detto però che il punto a favore segnato dall’Italia non significa la vittoria della guerra. “Si tratta – dicono Coldiretti e Filiera Italia – solo di una prima battaglia da continuare a combattere nei tentativi successivi che certamente arriveranno dalla Commissione”.
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