Oggi al Meeting di Rimini si parlerà di sostenibilità, con un incontro (sala Conai A2, ore 13:00) dal titolo “Qual è l’essenziale nella sostenibilità?”. Una domanda importante anche per il settore agroalimentare. Come ci spiega Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, che sarà tra i relatori dell’incontro, “la sfida consiste nel tutelare e potenziare la produttività, sostenendo al contempo lo sforzo di innovazione degli agricoltori con contributi e incentivi per agevolare gli investimenti. L’Italia si è posta all’avanguardia autorizzando la sperimentazione in campo delle Tecniche di evoluzione assistita. L’obiettivo, alla nostra portata, è quello di sviluppare colture più resistenti ai cambiamenti climatici e meno dipendenti da fertilizzanti e prodotti fitosanitari, migliorando la sostenibilità ambientale, economica e sociale e tutelando la qualità degli alimenti. Le nuove tecnologie sono fondamentali anche per l’efficientamento dei processi, a cui abbiamo dedicato il Fondo Innovazione dal 250 milioni di euro, ma su cui puntano anche le misure del Pnrr per la meccanizzazione in agricoltura e la sostenibilità della logistica. Voglio sottolineare anche la grande rilevanza del Parco Agrisolare”.



Anch’esso parte del Pnrr…

È una misura del Pnrr che abbiamo rimodulato garantendo maggiori aiuti e il superamento del vincolo dell’autoconsumo, ricevendo una straordinaria risposta da parte delle imprese, per generare sempre più energia da fonti rinnovabili senza sacrificare suolo agricolo. Grazie ai maggiori fondi ottenuti dell’Ue, con due miliardi di euro aggiuntivi, e alla vitalità del nostro tessuto produttivo, abbiamo triplicato il target finale di potenza installata. Servono soluzioni pragmatiche, che tengano sempre insieme sostenibilità ambientale, economica e sociale.



A proposito di soluzioni pragmatiche, dopo l’appoggio che si è rivelato cruciale dei Verdi e il discorso di Ursula von der Leyen al Parlamento europeo, ci sarà a suo avviso un cambiamento nella politica agricola e nei processi di transizione dell’Ue che sembrava in vista alla fine della scorsa legislatura, anche a seguito delle proteste di agricoltori e allevatori?

La direzione è già tracciata e siamo decisi a perseguirla. Prova ne sono le recenti modifiche ottenute alla Politica agricola comune, fino a poco tempo fa impensabili e che invece l’Italia ha sostenuto, fin dal primo momento, raccogliendo le istanze degli agricoltori e ponendosi in prima linea tra gli Stati membri. Il Green Deal prevede obiettivi ambiziosi, ma così com’è stato concepito rischia di danneggiare seriamente alcuni comparti fondamentali dell’agroalimentare. Non possiamo subordinare il dato produttivo a posizioni meramente ideologiche, che rischiano di perdere di vista la realtà e il buon senso, che serve sempre e a maggior ragione quando si affrontano grandi cambiamenti. Le nostre politiche di sviluppo devono essere improntate all’equilibrio, salvaguardando i nostri produttori e la competitività e la qualità delle nostre aziende. La legislatura europea appena avviata sarà una grande occasione per ridisegnare il quadro normativo su settori strategici per il nostro futuro e l’Italia continuerà a far sentire forte la sua voce.



Cosa intende fare il Governo per tutelare l’agroalimentare di fronte a regolamenti e direttive europee che non si può evitare di recepire? E di fronte alle produzioni extra-Ue?

L’Italia è parte dell’Unione europea, ed è una nazione fondatrice. Non esistono direttive da subire passivamente, ma piuttosto politiche a cui contribuire attivamente. Lo stiamo facendo fin dal primo giorno di Governo, ottenendo significativi risultati per la Nazione. Uno di questi è rappresentato dalle modifiche alla Politica agricola comune, ma penso anche al ritiro del regolamento sui fitosanitari. Quest’ultimo testo, pur condivisibile nei principi, sarebbe andato a penalizzare fortemente le aziende italiane e, in particolare, alcune filiere tipiche come quella vitivinicola e quella ortofrutticola. Ci siamo mossi come Sistema Italia, abbiamo fatto squadra, esponendo le nostre ragioni e alla fine il regolamento è stato ritirato dalla stessa Commissione europea. Sul fronte extra-Ue, abbiamo già posto sul tavolo la necessità di garantire una maggiore reciprocità degli standard di qualità, di sicurezza e di tutela dei lavoratori, nell’interesse delle nostre aziende e delle persone che acquistano. Il Governo Meloni continuerà a mantenere salda la centralità dell’Italia in Europa.

In estate abbiamo visto ancora i danni causati da caldo, siccità, eventi atmosferici estremi al settore agricolo. E nei prossimi mesi potrebbe essere il maltempo a causarne di nuovi. Cosa si può fare per prevenire anziché dover rincorrere l’emergenza? E cosa intende fare il Governo sul tema?

Stiamo agendo su un doppio binario, assicurando, da una parte, un sostegno immediato alle aziende agricole danneggiate con stanziamenti dedicati e, dall’altra, puntando su interventi di medio e lungo termine, come l’ammodernamento delle opere e la realizzazione di progetti innovativi per la gestione delle risorse idriche. Abbiamo istituito una Cabina di Regia per la Siccità e nominato un commissario straordinario per intervenire con forza e tempestività sul tema. Stiamo lavorando insieme agli altri Ministeri con lo spirito di squadra che contraddistingue il Governo Meloni per affrontare l’emergenza e prevenire futuri danni. Gli interventi più recenti sono stati inseriti attraverso il DL Agricoltura che ha stanziato, tra l’altro, 15 milioni di euro per la Sicilia colpita dalla siccità e 8 milioni di euro per le conseguenze sulle produzioni agricole delle alluvioni in Emilia Romagna, Toscana e Marche. Con lo stesso provvedimento, è stato approvato lo stanziamento di 102 milioni di euro per interventi di urgente realizzazione sul fronte delle infrastrutture idriche, che si vanno ad aggiungere agli 880 milioni di euro per gli interventi irrigui previsti dal Pnrr. In questo modo, il Governo Meloni ha avviato azioni concrete per garantire una strategia complessiva capace di passare da una mera gestione emergenziale ad una prospettiva strutturale.

A fine settembre si terrà il G7 dell’agricoltura. Quali sono gli obiettivi che la Presidenza italiana vorrebbe raggiungere?

Questo sarà il primo G7 dell’Agricoltura e della Pesca, che non coinvolgerà solo le nazioni più industrializzate, ma creerà anche un ponte con i Paesi africani. Da Siracusa, nella storica isola di Ortigia, rilanceremo il dibattito internazionale su temi cruciali per il futuro del pianeta, come la sicurezza alimentare, la sostenibilità e l’innovazione. Il nostro obiettivo è non solo valorizzare le eccellenze italiane, che saranno protagoniste dell’expo che precederà e accompagnerà la riunione, ma anche contribuire attivamente alle sfide mondiali del settore primario, in base a un modello che guardi al benessere dei popoli, tutelando la qualità e le produzioni locali e le comunità rurali radicate nei territori. L’Italia è pronta a guidare questo dialogo internazionale, che si concentrerà anche sul ruolo dei giovani e sull’importanza della formazione e dello scambio di conoscenze, per interpretare al meglio le opportunità di sviluppo di questo settore fondamentale.

(Lorenzo Torrisi)

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