Ahmed Jouider, 15enne morto nel fiume Brenta: è giallo

Come è morto Ahmed Jouider, il 15enne di origini marocchine trovato senza vita nel fiume Brenta nella mattina di martedì 27 aprile? Il ragazzo era misteriosamente scomparso da Padova la sera di giovedì 21 aprile. A distanza di quasi una settimana, il suo corpo senza vita è stato rinvenuto al centro del fiume, recuperato dai sommozzatori dei vigili del fuoco all’altezza della passerella pedonale tra Torre e Mortise. Poco distante era stato ritrovato il suo cellulare, rinvenuto da uno straniero: “L’ho preso e ho inserito la mia tessera sim”, ha spiegato l’uomo, come riferisce Il Giornale. Grazie a questo è stato possibile geolocalizzare il dispositivo ed il suo nuovo proprietario che ha poi provveduto ad accompagnare gli agenti nel luogo del ritrovamento. L’avvio delle ricerche ha quindi portato all’individuazione ed al recupero del cadavere di Ahmed Jouider.



Da un primo accertamento medico-legale non sarebbero emersi segni di violenza sul corpo di Ahmed Jouider. Il vice questore Valentina Pace, ai giornalisti ha dichiarato: “Apparentemente è morto per annegamento”. Secondo gli inquirenti, al momento l’ipotesi maggiormente battuta sarebbe quella del suicidio anche se occorrerà attendere gli esami autoptici per escludere del tutto la pista dell’omicidio, lasciando così in piedi il dubbio.



Tutti i dubbi attorno alla morte di Ahmed Jouider

La procura che indaga sulla morte del 15enne Ahmed Jouider ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di reato per istigazione al suicidio. Attorno al giallo tuttavia, ci sarebbero numerosi aspetti ancora da chiarire. Poco prima di uscire di casa, il ragazzo avrebbe salutato la mamma e la sorellina con un bacio in fronte. Poi avrebbe mandato un vocale all’ex fidanzatina con la quale aveva rotto da pochi giorni: “Ora devo uscire…Ho delle questioni in sospeso con alcune persone, più che altro penso che morirò, penso di sì. O se non muoio penso che avrò delle ferite gravi, solo tu devi ascoltare questo audio. Volevo dirti che ti amo tanto, tu non capisci secondo me, non mi dilungo non voglio essere sdolcinato ma se sono sdolcinato non mi cambia più niente. Ti dico solo questo: ti amo”. Una sorta di messaggio di addio che se da una parte sembrerebbe avvalorare la tesi del suicidio, dall’altra aprirebbe ad ipotesi ben più inquietanti.



A chi si riferiva Ahmed Jouider quando nel vocale parlava di persone con le quali avrebbe avuto un conto in sospeso? Secondo gli inquirenti non sarebbe da escludere la presenza di un eventuale “rivale” in amore, ma l’ipotesi sarebbe alimentata solo da poche e deboli voci senza alcun riscontro. Più attendibile invece la pista del bullismo. si tema nel dettaglio che il 15enne sia rimasto vittima di una baby gang di quartiere. Mentre sono in corso le indagini, la vicenda ha riportato tristemente alla mente la morte di un altro giovane, Henry Amadsun, anche lui rinvenuto senza vita nel Brenta lo scorso settembre. Ed anche in quel caso dopo un messaggio di addio inviato ai suoi amici. Secondo quanto riferito dal Corriere della Sera, il padre del 18enne avrebbe confidato i suoi timori al suo legale: “Troppe similitudini, le persone che hanno fatto male ad Ahmed potrebbero essere le stesse che hanno fatto male a Henry”. Le morti di Ahmed e Henry potrebbero davvero essere collegate?