Thierry Breton, commissario europeo per il mercato interno e i servizi della commissione von der Leyen, in un editoriale pubblicato su Le Monde, ha parlato di come l’Europa si sta approcciando all’utilizzo dell’intelligenza artificiale. “L’AI si sta preparando a modificare profondamente tutti o quasi gli aspetti della nostra vita. Di fronte all’immensa sfida tecnologica del secolo, spetta ai politici fornire alla comunità un quadro legislativo sicuro che rassicuri i cittadini e incoraggi gli imprenditori. Noi non abbiamo perso tempo”, ha scritto.
Il riferimento è all’AI Act, ovvero il primo testo normativo su sviluppo, uso e gestione delle intelligenze artificiali. “Grazie a questa regolamentazione nuova e senza precedenti, l’Europa è il primo continente ad adottare un corpus giuridico e tecnico che concilia il meglio dei due mondi”, ha sottolineato. “È una leggenda metropolitana che questo documento ostacola l’AI. Al contrario, crea un ambiente favorevole alla sua fioritura”.
“AI Act non ostacola intelligenza artificiale”, il parere di Thierry Breto
L’obiettivo di coloro che stanno realizzando l’AI Act è quello di fare in modo che l’uso dell’intelligenza artificiale sia privo di rischi. “Deve essere garante della sicurezza essenziale dei nostri concittadini di fronte all’avvento di questa tecnologia. Per la stragrande maggioranza delle applicazioni, le misure possono essere riassunte in una parola: trasparenza”, ha spiegato. È dunque fondamentale l’equilibrio tra innovazione e protezione.
Inoltre, è da considerare che ci sono dei settori particolarmente sensibili per quel che concerne l’utilizzo di questi strumenti. “Le applicazioni che comportano rischi per i nostri diritti fondamentali, ad esempio nel mondo del lavoro o dell’istruzione, dovranno ottenere la certificazione europea prima di essere immesse sul mercato. L’obiettivo è garantire l’affidabilità del sistema AI soddisfacendo i requisiti di sicurezza, controllo umano e governance dei dati. Altre applicazioni, come il social scoring, saranno semplicemente vietate perché contrarie ai nostri valori. Infine, saranno vietate le applicazioni di riconoscimento biometrico in tempo reale, con eccezioni molto limitate, ad esempio per combattere il terrorismo”.