Sono ore di terrore in quel dei Campi Flegrei, protagonisti involontari di un nuovo sciame sismico culminato – nella serata di lunedì 20 maggio 2024 – con un terremoto di magnitudo 4.4 che ha superato il record degli ultimi 40 anni precedentemente fissato a 4.2 solamente lo scorso 27 settembre. Per esperti – tra cui Mauro di Vito, direttore dell’Osservatorio Vesuviano intervistato in serata da RaiNews, da FanPage e dal Messaggero – è chiaro che “le scosse di terremoto continueranno” e raggiungeranno nei Campi Flegrei anche “magnitudo pari a quelli più energetici registrati” nell’ultima giornata.



È lo stesso di Vito a spiegare che già lo scorso 14 maggio “il valore medio della velocità di sollevamento nell’area di massima deformazione era di circa 20 millimetri al mese. Il doppio rispetto a quello che registravamo da gennaio”, segnale chiaro che ai Campi Flegrei qualcosa si sta muovendo. Era chiaro, insomma, che “il fenomeno bradisismico sarebbe incrementato” come dimostravano i “1.252 terremoti di aprile” e la crisi odierna altro non è, secondo Mauro di Vito, “il proseguimento di tale fenomeno che continuerà con le stesse caratteristiche finora registrate”.



Mauro di Vito: “Terremoto, ai Campi Flegrei non ci sono segnali critici”

Tuttavia, seppur lo scenario di scosse di terremoto che si osserva ai Campi Flegrei possa destare non poca preoccupazione, il direttore dell’Osservatorio Vesuviano ci tiene a ricordare che “dal punto di vista sismico stiamo parlando sempre di magnitudo medie, non di magnitudo alte”, che sono del tutto “tipiche di questo territorio” e non sono dissimili dalle osservazioni della “crisi 1982-84, molto più intensa di oggi, con oltre 500 eventi sismici al giorno”. Infatti, dalle osservazioni più recenti è chiaro che “non ci sono variazioni” significative del suolo ai Campi Flegrei che facciano pensare ad eruzioni imminenti.



“La deformazione del suolo”, sottolinea di Vito, “non ha mostrato ulteriori incrementi dopo le scosse di terremoto, anche i gas che fuoriescono dalla solfatara non stanno evidenziando variazioni significative” e dal conto suo ritiene che la situazione ai Campi Flegrei “sembra connessa con la deformazione del suolo e con la sismicità che è aumentata di velocità, ma altri parametri non ci stanno dando indicazioni“.