La scossa di terremoto di martedì mattina ai Campi Flegrei, con una magnitudo di 4.2 gradi sulla scala Richter, potrebbe essere superata da un sisma di potenza maggiore. E’ questo quanto ipotizza Mauro di Vito, direttore dell’Osservatorio vesuviano di Napoli, che fa parte dell’Ingv (Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia), intervistato stamane dai microfoni del quotidiano Repubblica. L’esperto sottolinea come non sia possibile prevedere se ci saranno o meno altre scosse nei prossimi giorni «Ma da 3-4 giorni notiamo un’ulteriore accelerazione del sollevamento del suolo. Poiché l’attività sismica è molto legata al sollevamento del terreno, è possibile che questo preluda a nuove scosse, anche più frequenti e intense».
A che magnitudo potrebbe quindi arrivare una possibile scossa ancora più forte? «La stima della massima magnitudo attesa è di 5. Scosse così potrebbero già iniziare a danneggiare gli edifici. Ma ripeto, non abbiamo elementi per prevedere se questo accadrà o meno. Dopo la crisi di bradisismo del 1984, per esempio, gli sciami sismici si sono esauriti da soli».
TERREMOTO CAMPI FLEGREI: “IL GAS STA RISALENDO, IL MAGMA…”
Il collega di Repubblica fa notare come una decina di giorni fa un vulcanologo dell’Ingv, Giuseppe De Natale, scrisse al prefetto di Napoli chiedendo di evacuare l’area flegrea: «È stata una sua iniziativa personale non condivisa dall’Ingv – le parole di Mauro DI Vito – e non basata sui dati. Le nostre misure d’altra parte sono pubbliche. All’Osservatorio abbiamo anche un numero di telefono dedicato ai cittadini. Pochi secondi dopo ogni scossa inizia a squillare e se non siamo davvero oberati rispondiamo puntualmente. Non c’è nulla che non condividiamo e al momento riteniamo che il rischio di eruzione a breve termine sia relativamente basso».
In merito alle attività svolte dall’Ingv per predire un’eventuale eruzione: «Monitoriamo la composizione di pozzi e fumarole. Poi misuriamo livello e inclinazione del suolo. A metà luglio il sollevamento è aumentato, raggiungendo 1,5 centimetri al mese al centro di Pozzuoli. Il ritmo è rimasto costante ad agosto, poi a metà settembre è aumentato ancora». Quindi l’esperto ha concluso: «Il gas sta risalendo. Non abbiamo invece segni che lo stia facendo il magma, che si trova a profondità di 5, 6, forse 7 chilometri. Le scosse di questi giorni sono legate al rilascio di gas, che in grandi quantità satura le rocce e le fa aumentare di volume».