L’impatto dell’intelligenza artificiale nel sistema scolastico sarà devastante e penalizzerà il livello di istruzione degli studenti ostacolando anche il lavoro degli insegnanti. Questa l’analisi che emerge dalle opinioni comuni di molti docenti, soprattutto in Francia, dove nelle scuole i ragazzi da tempo utilizzano questi metodi per produrre contenuti, e risulta sempre più difficile riconoscere un testo plagiato da uno scritto originale. Ne ha parlato anche la scrittrice ed insegnante di lingua francese Ophelie Roque al quotidiano Le Figaro, che ha sottolineato anche come l’algoritmo produttivo cambierà i metodi di studio, rendendo tutto il sistema più complicato.



Tanto che, prossimamente, la tendenza sarà quella di evitare completamente di assegnare compiti a casa, per paura di trovarsi di fronte ad elaborati fatti da un computer e dove tutto sarà una “copia asettica di una copia”. Le frodi infatti stanno iniziando a diventare comuni, non solo nei licei, ma anche all’università. Risulta difficile distinguere l’umano dall’artificiale, specialmente nelle materie scientifiche, anche per gli studenti, che pensano di trovarsi di fronte a qualcosa di appreso quando in realtà appartiene solo all’intelligenza artificiale.



Ophelie Roque: “Intelligenza artificiale confonde gli studenti, non sanno più distinguere i contenuti originali dai plagi”

Secondo la scrittrice Ophelie Roque, il rischio dell’uso massiccio dell’intelligenza artificiale generativa nelle scuole ridurrà il livello di apprendimento e sarà un rischio per le nuove generazioni, che cresceranno abituandosi a non saper più distinguere tra pensiero originale e plagio. Perchè, mentre fino a poco tempo fa i bambini si rendevano conto quando copiavano da internet che potevano essere scoperti, ora lo studente, grazie agli algoritmi generativi, crede di essere stato unico creatore del compito.



Quando invece si tratta semplicemente di “un’asettica verbosità robotica”. Il dibattito quindi, non è contro la modernità e la tecnologia, ma piuttosto contro l’artificio. Si sta perdendo anche l’interattività della scuola che spingeva gli studenti al commento e al pensiero critico, e che ora invece viene delegato ad un robot.  Come conclude la professoressa: “E a forza di delegare i propri problemi all’intelligenza artificiale, si finisce per nel caos informale di un sistema che non viene mai districato“.