Mentre attendiamo il vaccino contro il coronavirus, arrivano notizie importanti per quanto riguarda la battaglia contro l’Aids e la ricerca di una soluzione anti-Hiv. Il farmaco cabotegravir, prodotto da ViiV Healthcare, un’azienda con maggioranza di proprietà di GSK e sostenuta pure da Pfizer e Shionogi, si è rivelato efficace nel prevenire le infezioni, stando a quanto emerso da una sperimentazione. Lo studio in questione ha coinvolto 4.566 persone e dimostrato che funziona più dell’attuale standard di cura. Somministrato per iniezione in alternativa alla “profilassi pre-esposizione”, può aiutare a prevenire l’infezione nelle persone esposte al virus. La sperimentazione HPTN 083, condotta su uomini e transgender ad esempio negli Stati Uniti, in Brasile e in Perù, ha evidenziato che il cabotegravir è stato per il 65% più efficace nella prevenzione rispetto alla dose giornaliera di Truvada, un farmaco prodotto da Gilead Sciences. Delle 4.566 persone, 52 hanno contratto l’Hiv: 13 tra quelli che hanno assunto cabotegravir e 39 tra chi ha assunto Truvada.
AIDS, LA SVOLTA: CABOTEGRAVIR ANTI HIV
Lo studio è stato finanziato congiuntamente dai National Institutes of Health degli Stati Uniti e da ViiV Healthcare, che insieme a Gilead ha fornito i farmaci. I risultati sono stati presentati alla 23esima Conferenza internazionale sull’Aids di questa settimana. Ma ora è in corso un altro studio che indaga sull’efficacia e la sicurezza nelle donne del farmaco cabotegravir, che attualmente non è ancora approvato per uso preventivo. Considerando che le pillole Truvada vanno assunte ogni giorno, l’iniezione di cabotegravir potrebbe rappresentare una sorta di vaccino temporaneo. Ma nel corso della conferenza è stato discusso anche il caso di un uomo brasiliano con l’Aids che dopo aver smesso di prendere farmaci per l’Hiv e aver cominciato un’intensa terapia sperimentale farmacologica è risultato negativo all’Hiv dopo un anno. Ora ci saranno delle verifiche per capire se si può arrivare ad una possibile cura, ma è evidentemente il segnale che la comunità scientifica presto potrebbe vincere la battaglia contro l’Aids.