C’è un caso di Aids definito “anomalo” dagli scienziati, che fa ben sperare nella lotta alla malattia. Come si legge sul Corriere della Sera, una donna spagnola il cui virus è ancora in corpo, ha visto la sua carica virale spegnersi, risultando quindi non più infettiva. Si tratta di un caso che è stato presentato nella giornata di ieri presso la Conferenza internazionale sull’AIDS in corso a Montreal, assieme ad un altro paziente “particolare”, un americano di 66 anni che è stato curato dall’Aids attraverso un trapianto di cellule staminali, attualmente la persona più anziana a smettere di utilizzare i farmaci.



L’uomo ha ricevuto il trapianto tre anni e mezzo fa, e da 17 mesi il suo trattamento antiretrovirale per l’HIV è stato sospeso. Si tratta del terzo caso al mondo dopo il “paziente di Berlino”, Timothy Ray Brown, e il «paziente di Londra» che ora ha 42 anni. Ma ancora più interessante, come detto in apertura, resta il caso della signora, la cui identità non è conosciuta, l’unica in grado di superare più di 50 test di carica virale nei 15 anni in cui ha scoperto di avere l’Aids.



AIDS, IL CASO ANOMALO DI UNA SIGNORA “GUARITA”: UNA SPERENZA PER IL FUTURO

“La novità – scrive a riguardo il quotidiano di via Solferino – della ricerca condotta negli anni sul suo sistema immunitario è che è stato possibile caratterizzare quali sottopopolazioni del sistema immunitario fossero coinvolte nel processo peculiare di difesa contro l’HIV: sono le cellule Natural Killer che hanno memoria e anche altre chiamate T Gamma-Delta, quelle che forniscono l’immunità innata. La paziente ha livelli molto alti di entrambe”.

Si tratta di un meccanismo che fino ad ora non era mai stato osservato, ed inoltre il “serbatoio virale” della signora si sta rimpicciolendo ogni anno, e non è da escludere possa arrivare a zero. Il passo successivo della ricerca sarà quello di identificare in maniera esatta quale sia la combinazione esatta di fatto che abbia portato la paziente ad ottenere questi risultati, di modo da replicare le condizioni anche in altre persone affette dall’HIV.