Sono molti i dubbi e le perplessità che stanno sorgendo in queste ore sul Green Pass, il passaporto vaccinale, che l’Italia vorrebbe rendere obbligatorio in determinate situazioni, come ad esempio il pranzare al ristorante al chiuso, o i viaggi con i mezzi pubblici. A riguardo ne ha parlato il noto costituzionalista Michele Ainis, che intervistato da Stasera Italia ha sollevato dei dubbi circa la costituzionalità di uno strumento così concepito: “La obbligatorietà del Green Pass a me lascia molti dubbi per una ragione molto semplice – spiega al programma di Rete 4 – perchè i vaccini per tutti non sono disponibili, verrebbe imposto un obbligo che non tutti possono rispettare. E quindi stabilire l’obbligo del Green Pass sarebbe irragionevole e quindi incostituzionale”.
Quindi Ainis ha argomentato: “Noi siamo in una situazione di allarme ma non di emergenza assoluta, come accadeva un anno fa. In questa condizione io credo che sia legittimo, comprimere alcuni diritti chiamiamoli secondari come andare in discoteca o allo stadio o a un concerto, mentre è illegittimo, perchè non ci sono i presupposti di fatto, comprimere i diritti che la costituzione definisce fondamentali, la libertà di circolazione o il diritto al lavoro che verrebbe negato al pendolare che ha bisogno di muoversi con un trenino per raggiungere il lavoro”.
MICHELE AINIS E L’INCOSTITUZIONALITA’ DEL GREEN PASS, LABATE: “HA RAGIONE MA…”
Parole che sono state commentate così da Tommaso Labate, giornalista del Corriere della Sera, in studio: “Ainis solleva un problema reale ma ci si deve arrivare a quel problema, perchè è di tutta evidenza che se io non fossi nelle possibilità di ottemperare a quell’obbligo che mi dice lo stato, è ovvio che ci vorrebbe una specie di sanatoria o comunque un lasciapassare. La situazione che definisce Ainis è del tutto giusta ma in linea puramente teorica, perchè ripeto, se io non fossi nelle possibilità di ottemperare all’obbligo, l’obbligo di fatto verrebbe annullato”.