Non è stato un fulmine a ciel sereno: la decisione della sospensione della licenza per Air Italy era nell’aria in quanto lo stesso vettore (come informa l’Enac, Ente Nazionale Aviazione Civile) aveva chiesto la sospensione del COA (il certificato che abilita l’operatività) a causa della restituzione della flotta di aerei in leasing ai proprietari dei velivoli.
Ricordiamo che Air Italy altro non era che l’erede di Alisarda e Meridiana per le rotte che collegano la Sardegna al Continente: fondata del 2017 dopo che l’emiratina Qatar Airways aveva rilevato il 49% delle quote di Meridiana. Con il suo primo volo effettuato il 1° marzo 2018 sembrava che stesse per decollare una Compagnia aerea non solo legata alla regione Sardegnam ma, attraverso l’aeroporto di Milano Malpensa, un vettore in grado di operare una concorrenza spietata ad Alitalia anche sulle rotte sia europee che intercontinentali, visto che il 1° giugno si effettuò un volo a New York con un velivolo Airbus A-330. Lo sviluppo del vettore sembrava assicurato non solo a causa del socio emiratino, che avrebbe profuso capitali per l’acquisizione di oltre 50 aerei nella flotta e quella di rotte (Los Angeles, Miami, San Francisco e Toronto tra le tante), ma anche le previsioni che davano alla neonata compagnia un potenziale di 10 milioni di passeggeri in 5 anni, sfruttando Malpensa come proprio hub.
Purtroppo la realtà ha assunto termini ben diversi da quelli previsti e non solo per il fatto che i 3 aerei Boeing 737 Max 8 sono stati forzatamente messi a terra a causa dei problemi tecnici rilevati su un velivolo protagonista di incidenti gravissimi in servizio per altri vettori, ma anche dai bilanci che sono arrivati a stabilire perdite del 51% e poi del 70% sul fatturato dovute allo scarso successo del vettore. E così Qatar Airways, che ha coperto il flop per un certo periodo, si è dovuta arrendere e la favola della potenziale concorrente di Alitalia è finita quasi sul nascere, anche per l’ostracismo decretato dalle compagnie aeree statunitensi a causa della partnership con Qatar, visto che il vettore emiratino è stato accusato, proprio con l’operazione Meridiana, di espandersi in maniera illecita negli Usa.
È quindi iniziato un calvario per gli oltre 1.500 dipendenti della compagnia al quale purtroppo l’attuale decisione dell’Enac mette la parola fine. Non si è mai capito bene, infatti, se questo personale avrà la possibilità di sbocchi futuri soprattutto collegati con un’altra vicenda, più famosa, che da oltre 30 anni investe i cieli della penisola: quella di Alitalia. A un certo punto dell’eterna fiction dei cieli era previsto che le maestranze di Air Italy sarebbero state incluse nell’operazione rilancio di Alitalia prospettata a più riprese dal Governo con roboanti comunicati e supposte soluzione, poi sempre risultate essere campate per aria: e ancor oggi non si sa bene se siamo di fronte a un rilancio vero o camuffato da una ristrutturazione in grado di alleggerire l’ex compagnia di bandiera per poi regalarla come cadeau a spese dello Stato italiano a compagnie straniere (si parla di Delta o Lufthansa).
Di certo si sa che una politica che da anni con le sue decisioni ha portato un settore industriale tanto connesso a una delle risorse più importanti del Paese (il turismo) alla distruzione non pare in grado di ritrovare la sensatezza utile a riparare i tanti danni provocati. E ancora una volta dobbiamo sperare in un miracolo che possa creare un vettore globale italiano in grado di competere in un settore estremamente vitale all’economia del nostro amatissimo Stivale.