Il braccio di ferro sugli aiuti di Stato rischia di comportare anche per l’Italia un futuro piuttosto fosco sul fronte commerciale: Salvini oggi ha richiamato il Governo a prendere una posizione forte in Europa dato che «è assurdo che a rimetterci siano i nostri produttori per degli aiuti di Stato fatti da alcuni Paesi Ue al colosso Airbus contro Boeing, spero che il Governo si faccia sentire e forte a Bruxelles». Nel frattempo la Coldiretti ha iniziato a stabilire le prime liste di prodotti a rischio per la guerra aerospaziale e sulla Difesa tra Airbus e Boeing: «A pagare il conto più salato rischia di essere l’agroalimentare con salumi soprattutto i formaggi, anche per le pressioni della lobby dell’industria casearia Usa (Ccfn) che ha recentemente scritto al presidente degli Stati Uniti Donald Trump per chiedere di imporre dazi alle importazioni dall’Europa». Nelle richieste al Wto, gli States puntavano ad ottenere dazi fino a 11 miliardi di euro come ritorsione ma la cifra si è abbassata a 7,5 perché così è stato calcolata la perdita delle società Usa nelle quote di mercato a causa degli aiuti illegali di Stato dall’Ue ad Airbus.



DAGLI AIUTI DI STATO AI DAZI

L’annuncio dato ieri dal Wto sul via libera agli Usa per dazi fino a 7,5 miliardi di dollari contro l’Unione Europea per effetto della “guerra Airbus-Boeing” ha avuto effetti già devastanti sulle Borse e sull’impianto commerciale globale: una nuova guerra dopo quella già sanguinosa tra Usa e Cina rischia di trascinare diverse economiche europee – come la nostra – ad uno scontro fino all’ultimo dazio che di certo non avrà effetti positivi sull’economia reale. Tutto però nasce nel 2004 quando Airbus superava il concorrente Usa imponendosi come prima società aeronautica mondiale, suscitando l’immediato attacco della Boeing che puntò subito il dito contro i sussidi che il consorzio Ue avrebbe ricevuto fin dagli Anni Settanta da diversi Stati europei. Di contro, gli europei risposero con una immediata contro-denuncia scatenando una guerra tra giudici, conti milionari e rapporti commerciali: da qui una battaglia senza esclusione di colpi tra processi, ricorsi ed esborsi economici ha portato fino alla sentenza nel 2018 contro l’Ue per il dossier Airbus. Il Wto ieri ha dunque concesso agli Stati Uniti di potersi rivalere sull’economia Ue con dazi fino a 7,5 miliardi di dollari, come sorta di “compensazione” dopo gli aiuti illegali concessi dall’Ue al consorzio Airbus (Regno Unito, Francia, Germania e Spagna).



AIRBUS VS BOEING: DOVE NASCE LA GUERRA (CHE NON È FINITA)

L’Italia teme per i propri prodotti di export più pregiati negli Usa – vino, formaggi e prodotti di lusso – ma è l’intera Europa a temere per una vicenda, quella Airbus-Boeing che rischia di divenire un boomerang pazzesco a livello commerciale per tutti i protagonisti in gioco. Già in precedenza il Wto ha concluso che entrambe le società hanno ricevuto aiuti illegali: come spiega Repubblica, «Boeing nella forma di contratti pubblici per la difesa e sgravi fiscali, Airbus attraverso il supporto dei programmi di lancio dei velivoli». Oggi però si arriva alla prima conclusione giuridica, non certo l’ultima: l’anno prossimo infatti lo stesso Wto dovrà pronunciarsi sui dazi che invece l’Ue potrà esercitare contro gli Usa, a sua volta sanzionata per la Boeing e in odore di condanna come avvenuto oggi all’Unione Europea. Secondo il Financial Times, la soluzione migliore nei prossimi mesi per risolvere un’intricatissima matassa bisognerebbe sedersi al tavolo e stabilire «nuove regole d’ingaggio per il settore, che disciplinino una volta per tutte i sussidi pubblici». Dietro l’angolo infatti ci sarebbe anche la Cina che non vede l’ora di inserirsi nella partita e “rompere” il duopolio mondiale dell’aeronautica.

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