Sui tempi non c’è certezza. S’è detto di un “provvedimento d’urgenza”, da sottoporre al Governo nelle prossime settimane, per l’emanazione immediata di un dl, stavolta firmato dallo stesso ministero del Turismo.
Ma le vacanze incombono, e la conseguente pausa dei lavori pure: sperando di sbagliare, si potrebbe ipotizzare più realisticamente un rinvio all’esame della prossima manovra di bilancio (l’iter canonico prevede l’approvazione del Def, e poi della manovra finanziaria, che deve essere presentata tramite un disegno di legge apposito entro il 15 ottobre di ogni anno).
Così fosse, il bonus semplificato all’80% per gli alberghi non potrebbe diventare realtà prima dell’autunno, malgrado le organizzazioni di settore sostengano l’urgenza di poter contare su regole certe per affrontare i lavori necessari a rimettere in piedi le attività al più presto. Perché molte imprese restano ancora chiuse, soprattutto nelle città, sempre penalizzate dalla rarefazione dei turisti stranieri, dalla perdita della congressistica, degli eventi, dei meeting. E un albergo chiuso per mesi solo per riaccendere i motori ha bisogno di numerosi interventi di manutenzione e rodaggio.
Ma oltre al bonus per ristrutturazioni, interventi, ammodernamenti, dotazioni e quant’altro – bonus annunciato nei giorni scorsi dal ministro Massimo Garavaglia, e sostenuto dalle risorse del Pnrr – nei programmi del nuovo dicastero sembrano spuntare anche altri capitoli. Secondo ilSole24ore sarebbe in gestazione una sezione del Fondo di garanzia per le imprese (o del Fondo rotativo per l’innovazione) tutta riservata al turismo, per garantire la liquidità per i medesimi interventi compresi dal bonus, che dovrebbe essere accompagnata anche da un contributo a fondo perduto per spese fino a 50 mila euro, da richiedere prima della fine dei lavori, suscettibile di incrementi se gli interventi dovessero riguardare la digitalizzazione, giovani e donne, e strutture operanti nel Meridione. Il credito d’imposta sarà dunque fino all’80% dell’importo complessivo, scorporato dal contributo a fondo perduto, nei limiti di 140 mila euro totali. Sono tutti particolari importanti e decisivi, che anche la neopresidente di Confindustria Alberghi, Carmela Colaiacovo, aveva (proprio su queste pagine) sollecitato.
“Le risorse ci sono e sono importanti. Noi abbiamo nel Recovery un fondo dedicato alla ristrutturazione delle strutture ricettive di ogni tipo che vale 1,8 miliardi e che con l’effetto leva può arrivare a oltre 3 miliardi di euro”, aveva detto il ministro annunciando il bonus all’80% per gli alberghi. Le stime del ministero parlano di 600 milioni di euro in tre anni, 500 dei quali di provenienza Ue, per circa settemila interventi.
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