L’Italia, per il sostegno a Kiev, avrebbe speso il triplo della cifra dichiarata pubblicamente. Claudio Cerasa ha riferito che il Foglio ha “recuperato una tabella importante” che comproverebbe proprio tale spesa. Si tratterebbe di 2.2 miliardi di euro, somma che “coincide con gli equipaggiamenti donati”: ufficialmente, però, sarebbero stati donati 0.691 miliardi. Si tratterebbe di “dati secretati”, come spiegato dal direttore del quotidiano, che però circolano al ministero della Difesa. L’impegno dell’Italia, anche se confermato, sarebbe comunque inferiore a quello di altri Paesi come la Germania, che ha stanziato 22 miliardi, ma comunque cospicuo. La Gran Bretagna, invece, tra supporto finanziario, umanitario e militare ha stanziato 15.7 miliardi e la Polonia 4.3. La Francia ha pubblicato una lista dei mezzi bellici spediti al fronte a Kiev per un totale di 2.6 miliardi di euro.
Il costo reso noto di 0.691 miliardi di euro non sarebbe dunque quello reale che invece sarebbe pari a 2.2 miliardi di euro. La strategia dell’Italia avrebbe come scopo quello di non inasprire le perplessità espresse dai cittadini sull’invio di armi: la maggior parte degli italiani, infatti, ritiene improbabile che l’Ucraina vinca questa guerra, che viene inoltre visto come un evento inutilmente cruento da proseguire, spiega La Verità. Nel frattempo a Kiev potrebbero arrivare ulteriori aiuti. Sembra infatti si stia sbloccando una pratica di vitale importanza: quella del munizionamento. Secondo il portale Euractiv, nei prossimi mesi dovrebbero essere consegnati 700.000 proiettili provenienti da vari Paesi Ue e raccolti da varie iniziative, come quella Ceca, che hanno messo insieme una “coalizione di volenterosi” per acquistarne anche da produttori extra Ue.
Ucraina, preoccupano le munizioni: Russia a doppia velocità
L’Ucraina da tempo sta facendo i conti con scarsità di munizioni e armi. La struttura vulnerabile sta dando scarsi risultati anche nel conflitto con la Russia, che vede Kiev sempre più in difficoltà. Il Paese di Zelensky ha promesso che riuscirà a costruire un milione di droni ma la Russia, intanto, viaggia ad una velocità irraggiungibile per l’Ucraina. Mosca infatti costruire 300 e più aerei kamikaze ogni mese, fino a 130 missili con gittata da 250 chilometri e fino a 115 a corto raggio. Nel 2023 ha costruito 3.5 milioni di munizioni che quest’anno dovrebbero salire a 4. A Putin le armi arrivano inoltre anche dalla Corea del Nord e dalla Cina: l’arsenale bellico, dunque, è sempre più ingente, come sottolinea La Verità.
Intanto se il blocco dell’import di alluminio da Mosca verrà confermato, partirà la gara con gli americani per procurarselo in Medio Oriente, con un’impennata dei prezzi. A preoccupare, anche il gas: Jozef Sikela, ministro dell’Energia della Repubblica Ceca, a margine del Consiglio Ue ha ribadito che “per la prossima stagione invernale dobbiamo essere preparati a possibili interruzioni” dei flussi. Per questo “dobbiamo aumentare gli investimenti negli impianti in Germania”.