Aiuti Covid, scatta la restituzione del bonus ottenuto da chi era in difficoltà economica nel periodo della pandemia a causa di chiusure e restrizioni alle attività. L’Inps sta inviando una serie di lettere ai pensionati, nelle quali viene comunicato che in seguito a verifiche è stato accertato che a causa del superamento di scaglione di reddito, non avevano diritto a richiedere la somma e quindi sarebbero ora costretti a ripagare quanto ottenuto nel 2022. Il problema però, come sottolineato dal quotidiano La Verità, è che nella maggior parte dei casi si è trattato di un errore del Fisco, che ha inserito l’importo dell’aiuto nell‘imponibile Irpef, facendo così scattare l’aumento.
Una questione che è stata sollevata inizialmente dal giornale La Nuova Ferrara, che per primo ha raccolto le testimonianze delle persone alle quali è stato recapitato l’avviso di pagamento, della somma di 50 euro da versare mensilmente fino al raggiungimento del totale, che per chi non superava i 35mila euro annui era di 200 euro a luglio o 150 euro a novembre per chi rientrava nella soglia dei 20mila. L’istituto precisa anche, che chi non riuscirà a pagare nei termini previsti troverà il rimborso decurtato direttamente dalla pensione.
Inps chiede la restituzione degli aiuti Covid erogati nel 2022, iniziati i controlli sui redditi di pensionati e lavoratori
Scatta la restituzione degli aiuti Covid erogati dall’Inps nel 2022 per chi aveva superato la soglia di reddito prevista per ottenere l’indennità una tantum prevista dal governo. Le lettere dell’istituto che chiedono il pagamento della somma per superamento dello scaglione Irpef, sono per il momento arrivate soprattutto ai pensionati, in seguito alle verifiche fiscali concluse solo adesso, che in alcuni casi hanno determinato un maggiore imponibile proprio a causa dei bonus ricevuti. Un caos che potrebbe presto scoppiare a livello nazionale coinvolgendo anche le altre categorie che risultavano beneficiare dell’importo da 200 e 150 euro, proprio a causa del meccanismo di erogazione.
L’errore infatti sarebbe stato quello controllare solo dopo i requisiti, che in alcuni casi sono stati assegnati d’ufficio senza tenere conto del calcolo del reddito personale relativo all’anno 2021 salvo poi richiedere il rimborso per superamento del tetto. Una tassazione aggiuntiva non prevista, che potrebbe andare ad impattare non solo sulle pensioni, ma cumularsi con altri rimborsi richiesti da Inps perché le verifiche sono appena iniziate e come ha sottolineato La Verità, presto anche alcuni lavoratori, inseriti tra i beneficiari delle varie indennità Covid, potrebbero ricevere la raccomandata, soprattutto se c’è stato un cumulo indebito di bonus incompatibili tra loro.