Fra le varie misure previste nel Decreto Rilancio per fornire aiuti alle famiglie vi è il cosiddetto “Bonus baby sitter“, già previsto dal Decreto Cura Italia e richiedibile all’Inps. Come vi abbiamo descritto, esso è raddoppiato rispetto a quanto erogato nel mese di marzo, passando da 600 a 1.200 euro per chi ha figli sotto i 12 anni d’età. Un importo che addirittura sale e arriva a toccare quota 2mila euro per medici e infermieri e tutti i lavoratori, pubblici e privati della sanità, ma anche per coloro che quotidianamente operano nel comparto sicurezza e in quelli relativi a difesa e soccorso pubblico. Inoltre, hanno diritto a ricevere il bonus anche i genitori di figli disabili sopra i 12 anni. Se le disposizioni contenute nel documento provvisorio saranno mantenute e non subiranno variazioni, il bonus baby sitter potrà essere utilizzato per l’acquisizione di servizi di baby sitting oppure per l‘iscrizione a servizi integrativi per l’infanzia, servizi socio-educativi territoriali, centri con funzione educativa e ricreativa e servizi integrativi o innovativi per la prima infanzia. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
AIUTI FAMIGLIE, DECRETO RILANCIO: CONGEDI, BONUS BABY SITTER, CENTRI ESTIVI E REM
«Con il Decreto Rilancio aiutiamo le famiglie e le imprese colpite dal coronavirus»: così ieri sera in conferenza stampa il Premier Conte ha impostato l’intera narrazione del nuovo Dl Rilancio sulla ripresa sociale ed economica delle tantissime famiglie italiane colpite dalla crisi. Gli aiuti inseriti nel pacchetto famiglie della maxi-manovra da 55 miliardi in deficit si traducono principalmente in congedo parentale prorogato, raddoppio del bonus baby sitter, voucher per vacanze e centri estivi, nuovo Reddito di Emergenza e fondo per i disabili. Mancano invece gli assegni universali per i figli, come aveva proposto la Ministra per la Famiglia Elena Bonetti e soprattutto tra Cig e bonus autonomi per i lavoratori, il rischio forte di indebolimento e impoverimento di tanti nuclei familiari resta il maggiore campanello d’allarme, specie per famiglie che tra l’altro dovranno ancora sobbarcarsi la permanenza dei figli in casa per lo meno fino a settembre, sempre che la scuola riparta in maniera ordinaria.
Sono 700 milioni stanziati per il pacchetto famiglia che comprende in primis il congedo parentale messo a disposizione già nel primo Decreto Cura Italia di marzo, confermato e potenziato: ai genitori lavoratori del settore privato viene aumentato anche il congedo parentale se si hanno figli sotto i 12 anni, entro il 31 luglio si possono chiedere fino a 30 giorni di congedo con un’indennità pari al 50 per cento della retribuzione. Confermate le 104 il nuovo Fondo per i disabili da 90 milioni di euro: da utilizzare per l’assistenza domiciliare diretta e indiretta, lo sviluppo di progetti e servizi ad hoc. «Di questi 90 milioni, 20 vengono destinati a coloro che sono privi di un sostegno familiare e prevedono aiuti domiciliari e soluzioni alloggiative», ribadisce il Governo nel Decreto Rilancio.
BONUS BABY SITTER, REDDITO D’EMERGENZA E CENTRI ESTIVI
Sul fronte bonus baby sitter, l’alternativa al congedo parentale secondo le stime del Governo, il Decreto Rilancio conferma le anticipazioni delle prime bozze: il sostegno si può chiedere all’Inps e passa dai 600 euro del mese di marzo a 1.200 euro per chi ha figli sotto i 12 anni. Può essere usato per pagare eventuali rette dei centri estivi o degli altri servizi per l’infanzia che saranno aperti nei territori dalle prossime settimane (qui destinato il bonus a bambini e ragazzi dai 3 ai 14 anni per i mesi da giugno a settembre 2020, ma non sarà compatibile con il bonus asilo nido). Nel Dl Rilancio è presente anche il Reddito di Emergenza fortemente voluto dal M5s e dalla Ministra Catalfo: è un sostegno, erogato in 2 quote per il momento, per tutte quelle famiglie e cittadini che non rientrano in nessun tipo di altro sussidio perché aventi un Isee molto basso. Ideato per tutelare circa 1 milione di nuclei in difficoltà ed esclusi ad oggi dagli altri aiuti economici del Governo: oscilla da 400 a 800 euro a seconda del nucleo familiare (non è compatibile con chi già prende il Reddito di Cittadinanza). Per ottenere il Rem occorre residenza in Italia, reddito familiare inferiore al Rem spettante, patrimonio mobiliare familiare 2019 inferiore a 10mila (massimo fino a 20mila euro), e Isee inferiore a 15mila euro.
BONUS BABY SITTER E AIUTI: LA PROTESTA DAL MONDO DELLE FAMIGLIE
Nel post lanciato su Facebook dopo il Consiglio dei Ministri di ieri sera, la Ministra Bonetti ha infine ribadito le misure sostanziali del pacchetto famiglia: «diritto al lavoro agile per i genitori con figli fino a 14 anni, l’attivazione e il finanziamento straordinario con 150 milioni per centri estivi e attività educative nel piano infanzia, i fondi per le scuole paritarie, che in molte parti del Paese assicurano il diritto all’educazione dai nidi fino all’adolescenza». La stessa Ministra per la Famiglia ammette però «Non è passata però la misura più importante, l’assegno per i figli, e con essa un approccio nuovo e integrato di politiche di sostegno alle famiglie e alle comunità del nostro Paese. Serviva riconoscere che ogni misura di sostegno deve essere dimensionata sulle responsabilità familiari, per riconoscere la dignità che dobbiamo ai figli, ai bambini, ai giovani. Ma non demordo, tutto il governo lo sa».
In attesa del promesso ma finora ancora non ottenuto Family Act, il mondo delle famiglie non guarda positivamente all’ultima norma nel Dl Rilancio: «Fino a oggi siamo stati molto collaborativi e comprensivi con l’esecutivo, ma dobbiamo registrare che nessuna delle nostre proposte, tutte peraltro ampiamente sostenibili, concrete e di buon senso, è stata accolta: non c’è nessun assegno straordinario per figlio, il congedo parentale è ancora fermo al 50 per cento, il contributo per gli autonomi continua a non tenere in considerazione i carichi familiari e la presenza di figli a carico, come peraltro neppure il reddito di emergenza», attacca fortissimo il Presidente del Forum delle Famiglie, Gigi De Palo, dopo la conferenza stampa del Premier Conte. «Nessuna risposta adeguata per le politiche di conciliazione lavoro-famiglia, né per i bisogni scolastici dei nostri figli o per le scuole paritarie. Rimane, preoccupante, la discriminazione fiscale delle famiglie. Di 80 miliardi di euro stanziati in deficit, che peseranno sulle spalle dei nostri figli e nipoti, tra i 55 di questo e i 25 del decreto Cura Italia, ai nuclei familiari resta poco o nulla», conclude De Palo ammettendo amaramente «il messaggio lanciato dal presidente Conte secondo cui aiutando i lavoratori si aiutano automaticamente le famiglie non sta in piedi. Ci spiace ma dobbiamo prendere atto che il nostro non è un Paese a misura di famiglia».
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