Gli aiuti alle mamme lavoratrici nel 2024 sono una priorità e su questo nessuno può negarlo. La manovra finanziaria non gode di una copertura ampia ed è proprio su questa limitazione che la Premier Meloni incontrerà (il 30 agosto) i due vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani.
Se da un lato Giorgetti ha confermato il taglio del cuneo fiscale, dall’altro aspetto si deve pur sempre tener conto delle spese pubbliche. Lo stesso Ministro dell’economia e delle finanze dell’Italia ha dichiarato più volte di introdurre nuove agevolazioni ma facendo molta prudenza.
Aiuti mamme lavoratrici 2024: le possibili soluzioni
Gli aiuti alle mamme lavoratrici nel 2024 e per gli anni a seguire sono quasi un “must”. Oltre alla ministra Calderone che invita caldamente a prestare attenzione ai conti pubblici, Salvini fa notare tre misure che stanno a cuore alla Lega:
L’esonero totale dei contributi previdenziali per le mamme lavoratrici con due o più figli, l’estensione del congedo parentale retribuito all’80% e il rafforzamento del bonus asilo nido.
Le mamme che lavorano e che hanno tre o più figli possono godere di una decontribuzione fino ai prossimi due anni. La misura in scadenza a dicembre 2024 è la possibilità di scontare i contributi INPS (fino a 3.000€ al mese) per le madri lavoratrici e che hanno anche soltanto due figli.
In manovra mancano circa 10 miliardi di euro (rispetto ai 23 miliardi in cassa), ma seppur occorra prudenza la ministra Calderone ha ribadito l’importanza di mantenere le promessa: e l’impegno di ridurre il cuneo contributivo a favore dei nuclei familiari più svantaggiati è quasi un obbligo.
Le difficoltà di mantenere le promesse
Tra i bonus per le mamme lavoratrici vi era l’idea di prorogare l’esonero contributivo anche per le donne con soli due figli (misura in scadenza a fine anno). Il problema è che mancano le risorse finanziarie per poterlo fare (ne sono state trovate soltanto 500 milioni di euro).
Il governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta ha raccomandato prudenza coi conti pubblici. La sua soluzione sarebbe quella di progredire con le misure soltanto dopo aver incassato il dovuto (molto atteso il gettito proveniente dalla novità fiscale sul concordato preventivo biennale).