L’analisi di Milena Gabanelli e Fabrizio Massaro fa chiarezza sul dossier aiuti di Stato alle imprese e si è subito acceso il dibattito. Parliamo degli interventi economici autorizzati da Bruxelles per rispondere all’emergenza coronavirus, che ha comportato problematiche economiche alle attività commerciali di tutta Europa. Dataroom spiega che, come evidenziato dalla Commissione, le richieste di autorizzazione agli aiuti dipendono dalla situazione dei bilanci dei singoli Stati. E proprio per questo motivo la Germania può spendere 1000 miliardi di euro, mentre l’Italia solo 300. In sintesi, evidenziano i due giornalisti sulle pagine de Il Corriere della Sera, chi è più forte e meno indebitato può permettersi di aiutare di più le proprie imprese, a differenza di quanto è permesso a Stati più piccoli o con un debito elevato sulle spalle. Secondo le stime della Commissione, la Francia può spendere tra i 300 ed i 350 miliardi di euro, il Regno Unito 80-90 mld, mentre il Belgio 70-80 mld.



AIUTI DI STATO ALLE IMPRESE: IL COMMENTO DI COTTARELLI

L’analisi di Milena Gabanelli e Fabrizio Massaro ha fatto il giro del web, arrivando a sollevare il dibattito sui social. E nelle scorse ore è arrivata anche la presa di posizione di Carlo Cottarelli: «Il titolo e alcuni pezzi dell’articolo danno l’idea che le autorizzazioni siano date in maniera più favorevole alla Germania ed in maniera meno favorevole agli altri Paesi perché questi, Italia compresa, hanno un debito pubblico più alto». L’economista ha tenuto a rimarcare: «Il fatto che noi abbiamo un debito pubblico più alto ci frega a fare certe cose, ma non è così: la Commissione Ue non condiziona gli aiuti a livello del debito pubblico, altrimenti si potrebbe pensare che sta reintroducendo per la finestra i vincoli che ha buttato fuori per la porta. Il punto fondamentale è che se guardiamo ai dati, vediamo che l’Italia è al secondo posto in termini di aiuti di Stato che sono approvati rispetto alla dimensione della propria economia. Rispetto alle dimensioni dell’economia ed al Pil, è solo dietro alla Germania. Non mi sembra proprio che l’Italia sia penalizzata da questo punto di vista».

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