Al Bano Carrisi, intervistato da Eleonora Daniele a “Storie Italiane”, ha raccontato la sua marcia di avvicinamento ai suoi primi 80 anni. Un cammino che sta compiendo seguendo gli impegni lavorativi come stella polare: “Il lavoro mi diverte, mi rilassa, mi carica – ha affermato l’artista di Cellino San Marco. Senza lavoro non so stare. Sono stato bravo ad abbinare il mestiere del contadino e del vinaiolo a quello del cantante. Madre Natura non mi ha fatto crescere in altezza, ma con la voce sì, quindi accettiamo tutto quello che il buon Dio vuole e che mi ha regalato”.



Il passato di Al Bano Carrisi “è stato bello, ma adesso sono proiettato al futuro. Non mi lamento, perché la mia vita è stata intensa su vari fronti. Ho viaggiato e mi sono esibito ovunque, dal profondo Cile all’estremo nord della Russia, fino alla Cina”. Al Festival di Sanremo 2023, con Gianni Morandi e Massimo Ranieri “le nostre voci si fondevano a meraviglia. Stiamo vivendo un periodo fantastico e questo significa che l’attualità si occupa ancora di quello che è stato storia”.



AL BANO CARRISI: “AUTOTUNE? L’AVREI USATO ANCH’IO”

Nella serata televisiva che sarà registrata per il suo compleanno, Al Bano Carrisi canterà di nuovo con Gianni Morandi e Massimo Ranieri: “La prima volta in cui ho incontrato Gianni è stata nel 1968. Lui era militare e ci vedemmo a Roma per il concerto di Wilson Pickett. Lo stesso anno conobbi Ranieri”. Due amicizie che proseguono da 55 anni e che, oggi, mostrano i loro rigogliosi frutti.

Per parlare di musica, Al Bano Carrisi ha ricordato a “Storie Italiane” che “bisogna incominciare proprio dalla radice, che nasce dai canti popolari. L’uomo ha inventato questo modo di comunicare attraverso i canti tribali. Poi, la prima musica dotta è arrivata con i canti gregoriani, per arrivare alla musica classica. Ogni epoca ha la sua musica, quella di oggi è figlia del computer. Cantare al Festival di Sanremo con l’autotune? Se io fossi nato in questo periodo, evidentemente avrei fatto la stessa cosa, perché questo è il mondo che dobbiamo accettare”.