É un Al Bano Carrisi inedito in quanto particolarmente intimista, quello che tra le dichiarazioni rilasciate a Libero stigmatizza l’uso della marijuana, parlando della famiglia e la figlia perduta, Ylenia Carrisi.
L’occasione che il cantante e musicista di Cellino San Marco ha per raccontarsi senza filtri, come uomo e artista, ma non solo, é un’intervista che celebra un importante traguardo personale. Si tratta del compimento degli ottant’anni, di Al Bano, che da eterno “Peter Pan” definisce il traguardo come il compimento di “4 volte 20 anni”, definizione che dà il titolo al nuovo evento “Al Bano 4 volte 20” in onda su Canale 5 e andato in scena all’Arena di Verona. Sul palco col festeggiato una carrellata di ospiti, amici, colleghi: Gianni Morandi, Umberto Tozzi, I Ricchi e Poveri, Arisa, Iva Zanicchi e Renato Zero e ovviamente la ormai ex moglie storica, Romina Power.
«Non un eterno ventenne ma un quattro volte eterno ventenne! -fa sapere di sé Al Bano Carrisi, incalzato in un’intervista intimista, dalle domande di Libero-. Con tutti gli acciacchi, le gioie, le tempeste e la calma che arrivano. In una parola: la vita”. Il nome di Al Bano, come forse non tutti sanno, é un omaggio all’Albania riferito agli anni della guerra vissuta dal padre Carmelo Carrisi: «Gli albanesi mi hanno detto che io ho aperto le porte della democrazia nel loro Paese. Per questo mi hanno fatto albanese, con tanto di passaporto. Un’azione inaspettata che ho accettato come gesto di grande umanità».
Al Bano Carrisi, tra gli impegni che lo mantengono in costante attività, si prende cura della sua amata tenuta a Cellino San Marco, un’impresa di gestione familiare che ha un valore inestimabile, per una crescita professionale e personale: «Analizzare un albero, capirne bene il processo ti farà capire chi sei tu. Come un albero che si muove che però se non avesse una radice sana non avrebbe potuto vivere una vita sana», ammette.
Milano, al di là della amata terra d’origine pugliese, resta un punto di riferimento in Italia, per lui, in quanto é la città in cui approdava per inseguire le orme del mito: Adriano Celentano. A Milano Al Bano Carrisi collega diversi ricordi giovanili, come il tempo segnato dai lavori nei ristoranti: “Non le chiamerei difficoltà. È stato il mio viaggio. Ho fatto tutto ciò che ho ritenuto fosse possibile e positivo da fare. Ero un ragazzo solo con gli affetti a 1100 chilometri da Milano ma non mi sono mai arreso perché quella era l’ideologia di mio padre: non arrendersi mai”. Al di là delle chance di lavoro, Milano é anche la città d’origine di un amico speciale, Silvio Berlusconi, il quale é stato recentemente ricoverato in ospedale per una leucemia mielomonocitica cronica:
«Mi sono interessato a come sta, restando però leggero come una piuma di colomba. Sono sempre vicino a lui col pensiero. Ha fatto per me delle cose che nessun altro ha mai fatto. Lui e Sophia Loren sono stati speciali. L’ho constatato nel momento del bisogno -aggiunge Al Bano Carrisi-, quando stavo vivendo la tragedia di mia figlia. Sono stati gli unici due che si sono preoccupati di un loro connazionale a New Orleans, facendomi sentire la presenza costante. In quei tempi sono stati l’unica nota positiva per me. Come si possono dimenticare gesti di una umanità tale?».
L’avvocata Bernardini De Pace ha definito
il suo divorzio con Romina Power come il più «sanguinoso». Che ne pensa Al Bano Carrisi dell’aggettivo usato dal legale? «Che si calmi sennò non la chiamerò mai più
De Pace ma De Guerra – fa poi sapere il cantante-. Se sanguinoso è stato,
una bella impostazione l’ha data lei. Prendiamoci le responsabilità. Chi è stato il generale di questa armata? Non voglio entrare in polemica. Solo mi difendo da battute che reputo infelici».
In vista del suo compleanno Al Bano ha attribuito la colpa della rottura con Romina Power alla dipendenza dalla marijuana della vip originaria d’America: «Non è una cosa che ho detto contro Romina, -chiarisce la sua posizione l’intervistato, a fronte dell’ultimo intervento che ora divide l’opinione dell’occhio pubblico-, ma contro la marijuana che mi ha rubato due meravigliosi mondi: quello di mia figlia e della mia famiglia”. Da qui, la stigmatizzazione delle droghe: “lo sono contro la droga perché fa male alla società oltre che al singolo. Contro la droga mi batterò finché avrò fiato in gola”.
Che Romina non abbia ben metabolizzato il senso della “rivelazione” del cantante, relativamente al loro vissuto, volta a stigmatizzare l’uso e abuso delle droghe? «Non lo so se l’ha capita. Forse gliela dovrò spiegare meglio…”.