Il carcere minorile di Milano Becaria, continua ad essere al centro delle cronache. Dopo la vicenda spinosa delle presunte violenze ai danni dei detenuti e le rivolte degli stessi, negli scorsi giorni l’istituto penitenziario è finito sotto la lente di ingrandimento per le ennesime evasioni, tre detenuti in fuga. Tante le problematiche che stanno quindi affliggendo il carcere minorile, dove sono rinchiusi moltissimi giovanissimi stranieri senza accompagnamento, in aggiunta a ragazzi che invece hanno problemi di droga, nonché di salute mentale.



Ecco perchè, per provare a mettere mano a quello che Il Resto del Carlino definisce un vero e proprio caos, servirebbe una cabina di regia sia a livello nazionale quanto locale. Sono le parole di Maria Carla Gatto, presidente del Tribunale per i minorenni di Milano, che invita a dare delle risposte non generalizzate, ma individuali a seconda del soggetto, che ovviamente presenta problematiche differenti. Per la Gatto la situazione nel capoluogo lombardo è “preoccupante” di conseguenza è fondamentale che si intervenga al più presto.



BECCARIA, GATTO: “IL BANDO DELLA LOMBARDIA…”

Il governo ha di recente emesso il decreto Nordio, ma ora della sua entrata in vigore passerà ancora tempo, ed inoltre non è certo che lo stesso migliori la situazione non soltanto al Beccaria ma in tutte le carceri d’Italia dove il problema sovraffollamento è sempre presente.

Qualcosa potrebbe comunque cambiare a breve al Beccaria, visto che Maria Carla Gatto ha ricordato il bando messo in atto dalla regione Lombardia, che mette a disposizione 36 posti nelle comunità sociosanitarie, destinate a quei ragazzi non soltanto minorenni (dai 14 ai 21 anni) e che presentano un disagio psichico oltre che disturbi legati agli stupefacenti, per cui l’ambiente carcerario non sembra il più adatto. In ogni caso, al Beccaria “il numero è già stato ridotto”, ricorda ancora la presidente del tribunale dei minori meneghino, di conseguenza all’orizzonte non vi sono grandi possibilità, se non rimettere in sesto quelle celle che sono state danneggiate in maniera grave nelle scorse settimane.



BECCARIA, GATTO: “SERVONO PERCORSI INDIVIDUALI”

La Gatto continua ad insistere sul fatto che siano le comunità i luoghi dove rieducare i giovani, lavorando in particolare su formazione e specializzazione del personale, e creando dei percorsi individuali tarati sul singolo detenuto, ricordando i tre grandi gruppi di carcerati: come elencato sopra, i dipendenti dalla droga, gli stranieri non accompagnati, e coloro che hanno problemi di salute mentale, senza dubbio i casi più delicati da trattare.

Il sindacato della polizia penitenziaria da tempo lamenta un numero ridotto di agenti all’interno delle carceri italiani, alla luce anche del recente morto avvenuto a San Vittore, ma secondo la Gatto non è sufficiente incrementare la presenza delle autorità nei carceri, in quanto, insiste, è fondamentale la formazione degli stessi agenti, dando poi una stabilità agli organici. Ma non finisce qui, perchè negli istituti, a cominciare da quelli minorili, servirebbero più “educatori, psicologi e mediatori culturali”, ricordando che comunque il governo, tramite il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Ostellari, sta seguendo con estrema attenzione il caso del Beccaria.