Al Festival di Berlino 2023, che scatterà il prossimo 16 febbraio e che andrà avanti fino al 26, il regista esordiente Antonio Bigini, porterà “Le proprietà dei metalli”, una pellicola che racconta una storia ispirata ad un fatto vero in Italia, quella di un bambino che piega degli oggetti in metallo, un cosiddetto minigeller. La pellicola, come scrive il Corriere della Sera, è ambientata in Italia negli anni ’70 e narra appunto le gesta di questo bimbo che è in grado di piegare praticamente tutto ciò che trova, semplicemente con la forza della mente. A fare da scenario un paesino di montagna al confine fra Emilia Romagna e Toscana, mentre il protagonista è Martino Zaccara, 13enne originario di Rimini: «L’ho scelto perché ha qualcosa di magnetico, e per un certo distacco che mostrava immergendosi nel ruolo», racconta il regista Antonio Bigini, 42 anni, di Urbino.



E ancora: «Mi sono liberamente ispirato a un fatto vero, è una realtà che ignoravo, ho scoperto l’esistenza di un centro di studi parapsicologici che era attivo a Bologna, dove vivo, negli Anni ’70, il periodo di questa storia». Un’ispirazione venuta da Massimo Inardi, medico e parapsicologo che divenne famoso in tv durante una sua partecipazione al programma di Mike Bongiorno, Rischiatutto: «La fama di quella disciplina ebbe lui come pretesto, ma la parapsicologia fu un fenomeno mondiale e rappresentava lo spirito dell’epoca».



FESTIVAL DI BERLINO, IL FILM ITALIANO SUI MINIGELLER: “INTERROGATIVI SU TANTE COSE”

Personaggio centrale nella storia è Uri Geller, illusionista israeliano a cui si attribuivano poteri psichici e telepatici, che fu tra l’altro già oggetto di due film. Come scrive ancora il quotidiano di via Solferino, il fisico Ferdinando Bersani, con Aldo Martelli, indagarono su alcuni bambini che 50 anni fa, imitando proprio Uri Geller, sembravano essere capaci di piegare degli oggetti, il fenomeno dei cosiddetti “minigeller”.

Il regista dice di non credere a quei poteri, semmai «alla fascinazione di una storia che ci pone interrogativi su tante cose, su quanto crediamo di conoscere la realtà che ci circonda e quanto di inconoscibile c’è nell’uomo e nella natura». In tutto questo c’è poi la figura di un fisico americano che porta il bimbo davanti a una commissione scientifica. «Il professore ha un approccio scettico, non si fida, non crede, però si rende conto che c’è qualcosa di interessante», cercando «una spiegazione scientifica che nessuno al mondo è riuscito a dare». Un film che sembra davvero interessante.