Il Louvre a brevissimo ospiterà un’installazione temporanea di 70 opere provenienti dal Museo e Real Bosco di Capodimonte, in provincia di Napoli. Sarà un’occasione per promuovere la ricca collezione, spesso ignorata dai turisti, del museo napoletano, ma anche per creare una sorta di ponte artistico tra le due città. Per raccontare cosa stia succedendo al Museo, il quotidiano Le monde ha intervistato la direttrice, la francese Sylvain Bellenger.
Racconta che il museo di Capodimonte “ospita 49mila opere” che a causa di ampi lavori di ristrutturazione saranno per lungo tempo inaccessibili, “per questo stiamo prestando al Louvre settanta delle nostre opere più importanti, perché rimangano visibili”. Subito dopo, quelle stesse 70 opere procederanno verso la Venaria Reale di Torino, prima di tornare a Capodimonte. Parlando delle ristrutturazioni che sono in programma per il museo di Capodimonte in provincia di Napoli, racconta che “saranno istallati pannelli fotovoltaici, che produrranno il 91% del nostro consumo di elettricità”, poi “sarà installata l’aria condizionata su tutti i piani e sarà rifatta l’illuminazione” ed, infine, “le sale dedicate all’arte contemporanea e le aree di accoglienza saranno rinnovate“.
Il museo di Capodimonte e le sue opere uniche
Parlando del suo museo di Capodimonte, a Napoli, racconta che “ha collezioni eccezionali che sono ben note agli specialisti, ma meno ai turisti. Vanno a Pompei, Ercolano e Caserta. Pochi vanno a Capodimonte. Dobbiamo quindi convincerli”. Oltre al museo, infatti, che anche il parco reale “che è il più grande giardino urbano del Paese: 134 ettari con 19 edifici al suo interno” che prima del suo arrivo “era abbandonato”.
Ma non solo, perché nel museo di Capodimonte sono state ospitate anche “trentadue” mostre nei soli ultimi 8 anni, “abbiamo 7mila porcellane” che per anni sono rimaste nascoste a causa del peso della dinastia Savoia negli anni successivi alla seconda guerra mondiale. “Oggi”, sostiene la direttrice, “è possibile riaffermare la dimensione storica [del museo e del palazzo che lo ospita], restituendo a Capodimonte tutta la sua storia”.