Dopo che il regime in Siria è stato rovesciato, ci sono forze ‘ignote’ che cercano di fare lo stesso in Egitto: l’allarme è lanciato dal presidente al-Sisi, in un video diffuso dal canale tv di proprietà dell’intelligence. Il filmato di propaganda è una compilation di vecchi discorsi di al-Sisi che però vengono rilanciato dopo la caduta del leader siriano Bashar al-Assad. “Fate attenzione, la loro missione in Siria è completa“, afferma il presidente egiziano nel video trasmesso da ON Tv, canale gestito da United Media Services che, come evidenziato Middle East Eye, è una società di proprietà dei servizi segreti egiziani.



Hanno già distrutto la Siria. Il loro obiettivo è far cadere lo Stato egiziano. Sanno che se l’Egitto cade, il caos si diffonderà in tutto il mondo. Ecco perché si stanno facendo tutti gli sforzi per minare l’economia egiziana e la pace sociale“. Il leader egiziano giura poi di proteggere il Paese da questi tentativi. “Ripeto, e spero che tutti comprendano questo messaggio, che non esiteremo a proteggere la nostra nazione dal male e il suo popolo“.



“NON HO PRESO SOLDI DA NESSUNO”

D’altra parte, dopo la caduta di Assad, aveva tenuto un briefing con i media e alcune personalità pubbliche nel quale aveva alluso agli sviluppi in Siria, affermando che è improbabile che ciò che è accaduto lì possa verificarsi anche in Egitto. “Ci sono due cose che non ho fatto: la mia mano non si è macchiata del sangue di nessuno e non ha preso i soldi di nessuno“, aveva aggiunto al-Sisi la settimana scorsa in un video che è diventato virale. Inoltre, aveva chiesto ai cittadini di restare uniti, garantendo che non potrà accadere nulla grazie anche all’esercito e alle forze di polizia.



IL DECENNIO DI AL-SISI IN EGITTO

Al-Sisi è diventato presidente in Egitto dieci anni fa, un anno dopo aver guidato un colpo di Stato contro il suo predecessore eletto democraticamente Mohamed Morsi, morto in custodia cinque anni dopo. Il suo decennio di governo è stato segnato da quella che Human Rights Watch e altri gruppi per i diritti hanno descritto come la peggiore crisi dei diritti umani del Paese nella storia moderna, con oltre 60 mila prigionieri politici e migliaia di persone scomparse in circostanze misteriose.

Inoltre, come evidenziato da Middle East Eye, il presidente egiziano ha anche imposto un divieto virtuale alle proteste e al dissenso, criticando ripetutamente la rivoluzione pro-democrazia del 2011, che ritiene sia una cospirazione per smantellare lo Stato egiziano e dividere il Paese.