Un giudice federale ha stabilito che l’Alabama non può vietare gli aborti nonostante l’emergenza epidemiologica connessa al Coronavirus. Il giudice distrettuale statunitense Myron Thompson ha emesso domenica 12 aprile 2020 un’ingiunzione preliminare richiesta dalle cliniche per impedire allo Stato di vietare gli aborti, dopo che il Centro statunitense per i diritti riproduttivi ha intentato cause d’emergenza in cinque Stati per contrastare le iniziative dei legislatori. Nella sentenza pronunciata presso il tribunale dell’Alabama, Thompson ha affermato che, secondo i dati attuali, gli sforzi degli imputati per combattere il Covid-19 non sono stati superiori al danno duraturo imposto dalla negazione del diritto di un individuo di interrompere la gravidanza, da un onere eccessivo o da un aumento del rischio per i pazienti imposto da una procedura ritardata. La sentenza è stata una vera e propria vittoria per i sostenitori del diritto all’aborto, che in queste settimane stanno dando vita a dure contestazioni nei loro rispettivi Stati d’origine.
ALABAMA CONSENTE GLI ABORTI: “IMPEDIRLI NON FERMA LA PANDEMIA”
Le cliniche per l’aborto in Alabama hanno ufficialmente affermato di aver richiesto l’ingiunzione dopo che lo Stato si è rifiutato di chiarire che le cliniche avrebbero potuto continuare a espletare le proprie funzioni. Tuttavia, impedire a una donna di abortire non contribuisce a fermare la pandemia e, come detto, si sono registrate crescenti richieste ai governi di proteggere i servizi per l’aborto durante la crisi. La settimana scorsa, 100 ONG hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui implorano i Paesi europei di trovare nuovi modi per aiutare le donne ad accedere ai servizi durante l’isolamento, ad esempio attraverso consulti online e, come introdotto nel Regno Unito il mese scorso, permettendo loro di prendere le pillole abortive a casa. La “Marie Stopes International” ha avvertito che quest’anno fino a 9,5 milioni di donne e ragazze non avranno accesso ai servizi di pianificazione familiare a causa della pandemia, che potrebbe portare a gravidanze indesiderate e ad aborti non sicuri.