Prosegue la bufera negli States dopo l’approvazione della dura legge anti aborto in Alabama, due giorni dopo quella in Georgia, con la pena dell’ergastolo ai medici “sorpresi” nell’atto di violare le nuove normative: dopo lo “sciopero del sesso” dell’ex Strega Alyssa Milano, ora è un’altra star di Hollywood a prendere posizione contro Trump e le nuove leggi repubblicane anti aborto come Milla Jovovich. «Prima che la maggior parte delle donne si renda conto di essere incinta e anche nei casi di stupro o incesto. Io stessa ho avuto un aborto d’emergenza 2 anni fa. Ero incinta di 4 mesi e mezzo e giravo nell’Europa dell’Est. Ero entrata in parto pretermine ed è stata una delle esperienze più terribili che abbia mai vissuto. Ho ancora gli incubi, ero sola e indifesa. Quando penso al fatto che le donne potrebbero dover affrontare un aborto in condizioni ancora peggiori di quelle per via di queste nuove leggi, il mio stomaco si contorce...» attacca con un lungo post su Instagram l’attrice di Hellboy. Per la Jovovich, l’aborto è stato un incubo «e nessuna donna vuole attraversarlo. Ma dobbiamo lottare per assicurarci che i nostri diritti siano preservati e per ottenere un aborto sicuro, se necessario».



ABORTO VIETATO ANCHE CON STUPRO E INCESTO

Il Senato dell’Alabama ha approvato la legge anti-aborto più dura di tutti gli Stati Uniti, seguendo a ruota quanto già proposto dallo stato della Georgia: la maggioranza repubblicana nel Parlamento dell’Alabama ha permesso l’approvazione ufficiale di una nuova legge che di fatto mette al bando l’interruzione di gravidanza a qualsiasi tipo di stadio, compresi i casi di incesto e stupro. Al momento, l’unica eccezione permessa dalla durissima legge anti-aborto è quando la madre si trova in serio pericolo di vita: fa impressione il grado di pena per quei medici che si dovesse cogliere in flagranza di reato nel praticare lo stesso l’aborto, fino a 99 anni di carcere. Dopo la Camera o anche il Senato dello stato repubblicano ha dato il via libera ufficiale alla legge che fa seguito all’indicazione data da Trump di costruire qualcosa a livello federale che ponga fine alla “cultura liberal” pro-aborto anche se per Costituzione, su questa materia, sono ancora gli Stati federali a dover normare per conto loro il grado di legislazione.



LA NUOVA LEGGE ANTI ABORTO IN ALABAMA

Stando al Guttmacher Institute – un portale che analizza politiche e dati sulle interruzione di gravidanza negli Usa – da quanto Donald Trump è alla Casa Bianca sono state introdotte leggi che restringono il campo dell’aborto in 28 Stati Usa e in 15 casi si è imposto il divieto di interruzione gravidanza dopo le 6 settimane. Di recente, la Georgia ha seguito l’Ohio, il Mississippi e il Kentucky con la legge “heartbeat bill” che di fatto vieta l’aborto dal momento in cui si ascolta il battito cardiaco del feto. Con la legge “battito cardiaco”, lamentano i pro-aborto americani, di fatto si vieta anche in quei casi l’aborto legale visto che spesso il battito del feto non è avvertito prima delle 6 settimane legali. La speranza dei pro-life ora è però concentrata sulla possibilità di contestare la famosa sentenza “Roe vs Wade” che nel 1973 di fatto legalizzò l’aborto in tutti gli Stati Uniti: con la maggioranza “pro-repubblicana” alla Corte Suprema tale possibilità potrebbe non essere poi così lontana. Nel frattempo, la nuova “svolta” pro-life arriva dopo una serie costante e imponente di leggi sempre più abortiste che dallo Stato di New York fino all’ipotesi di infanticidio dopo un aborto fallito hanno segnato gli scorsi mesi di durissimo scontro politico e sociale negli Stati Uniti d’America.

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