Il filosofo, intellettuale e scrittore Alain de Benoist, intervistato dal quotidiano La Verità in occasione dell’uscita del suo ultimo libro “La scomparsa dell’identità“, riflette sulla carenza di valori che la società moderna ha imposto, provocando una crisi identitaria e culturale, per la quale, un grande ruolo sta avendo l’educazione scolastica, che non punta più all’insegnamento di una solida identità nazionale. Secondo Benoist, questa crisi nasce già a partire dal primo ingresso nella società industriale, quando “C’è stata una perdita di radicamento legata all’esodo rurale, con continui spostamenti che hanno fatto sì che si nascesse in un luogo ma raramente vi si restasse per tutta la vita“.
E oggi, aggiunge il filosofo, viene trascurata anche la diversità, che invece è importante nella società “Sono convinto che per riappropriarci dell’identità dobbiamo innanzitutto essere consci delle sue specificità, di ciò che ci differenzia dagli altri, a livello individuale o collettivo“. Il paradosso euopeo sembra essere quello di perdere l’dentità culturale storica, ma di favorire allo stesso tempo una nuova diversità “da un lato abbiamo delle persone che ormai non sanno più chi sono, sono affette da una sorta di amnesia, non sanno più a quale civiltà appartengono, a quale nazione. Dall’altro ci sono delle persone che abbracciano queste nuove identità compulsive, immaginarie, ed è qui che si trovano un po’ i deliri della cancel culture, della teoria del genere“.
Alain de Benoit “La cancel culture vuole negare la differenza tra uomini e donne”
Alain de Benoit, sulla crisi identitaria dell’uomo moderno, specifica che molto si deve all’odierna “cancel culture” che vorrebbe evitare la differenza anche tra uomo e donna, e dice “Oggi siamo arrivati addirittura a negare la differenza tra gli uomini e le donne, la divisione binaria, la più intima della storia dell’umanità. È la divisione primaria: siamo uomini oppure siamo donne, invece qualcuno vuole far credere che esista una terza possibilità, per confonderci, per confondere il sesso e il genere“.
Una confusione che si ripercuote sulla carenza di valori, trascurati ormai anche dalla scuola, e sottoline come sia necessario chiedersi “perché le scuole, che dovrebbero svolgere un ruolo importantissimo a questo riguardo, non agiscano più come dovrebbero“, questo perchè “pensano a quello che viene proiettato al cinema o in televisione, oppure agli schermi dei social network, e questo è un tratto prettamente moderno“. Per invertire la rotta, avverte Benoist, servirebbe guardare al passato e riscoprire il senso di appartenenza, solo così si può guardare al futuro “Con la prospettiva di sapere che siamo gli eredi di qualcosa di grande“.