La Guardia Costiera italiana ha posto nelle scorse in fermo amministrativo la nave salva-migranti Alan Kurdi, battente bandiera tedesca sotto l’Ong Sea Eye, dopo che negli scorsi giorni era approdata a Palermo dopo il periodo di quarantena svolto a seguito del trasferimento su nave Raffaele Rubattino dei migranti presenti a bordo. È scattato poi ieri sera l’ispezione della stessa Guardia Costiera rilevando diverse irregolarità a bordo che hanno poi portato appunto al fermo amministrativo e al sequestro immediato:
«Ispettori della Guardia Costiera, specializzati in sicurezza della navigazione, hanno sottoposto la nave Alan Kurdi, di bandiera tedesca, ad un’ispezione volta a verificare l’ottemperanza alle norme di sicurezza della navigazione e di tutela ambientale ad esse applicabili», spiega una nota della Guardia Costiera in merito alla vicenda della Alan Kurdi, tra le navi protagoniste della lunga “battaglia” sull’immigrazione tra le Ong e il Viminale all’epoca gestito dal Ministro Salvini. «L’ispezione ha evidenziato diverse irregolarità di natura tecnica e operativa», scrive ancora l’autorità portuale, «tali da compromettere non solo la sicurezza degli equipaggi ma anche delle persone che sono state e che potrebbero essere recuperate a bordo, nel corso del servizio di assistenza svolto».
IL SEQUESTRO DELLA ALAN KURDI
Secondo la Guardia Costiera oltre alle irregolarità presunte trovate a bordo della Alan Kurdi, vi sarebbero state anche violazioni delle normative a tutela dell’ambiente marino: per questi motivi, «la nave sarà sottoposta a “fermo amministrativo” fino alla rettifica delle irregolarità rilevate in sede ispettiva e, per alcune di esse, sarà necessario l’intervento dello Stato di bandiera che detiene la responsabilità della conformità della nave rispetto alle Convenzioni internazionali e alla legislazione nazionale applicabile in materia di sicurezza della navigazione e tutela ambientale».
Nella lunga nota in cui la Guardia Costiera spiega cosa stia succedendo nel porto di Palermo alla nave Alan Kurdi, il Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto segnala come sia in corso da tempo un dialogo con gli Stati di Bandiera delle navi Ong che salvano i migranti «affinché fossero identificati ed attuati i requisiti di sicurezza e protezione dell’ambiente per queste unità e per il servizio da esse espletato. Tale attività ispettiva viene svolta nell’ambito dei consueti controlli di sicurezza e di tutela dell’ambiente marino demandati alla Guardia Costiera Italiana sulle unità navali di bandiera straniera, che arrivano nei porti nazionali, per garantire la sicurezza degli equipaggi e delle persone trasportate nonché per verificare l’ottemperanza alle norme per la prevenzione degli inquinamenti marini». La nave Alan Kurdi lo scorso aprile portò in salvo 149 migranti trasferendoli poi sul traghetto “Raffaele Ribattino” della Tirrenia per passare la quarantena e poi essere ridistribuiti tra i Paesi dell’Unione Europea.