Chi è Alan Sorrenti e il retroscena su Pino Daniele: “Andava a suonare con mia sorella…”

Alan Sorrenti ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera. Il cantante diventato popolare grazie al brano “Figli delle stelle” ha svelato un retroscena interessante su Pino Daniele: “Pino Daniele stava al quartiere Sanità, più soul del Vomero, dove vivevo io. Era un po’ più piccolo di me, lo incrociavo per le scale di casa mia. Io salivo e lui scendeva, un ragazzo con una gran massa di capelli neri. Andava a suonare con mia sorella. Un paio di mesi prima che morisse mi invitò a un suo concerto a Napoli. Ero contento di riabbracciarlo dopo tanti anni. Una persona piena di entusiasmo e progetti. Dietro le quinte mi confessò che voleva ricreare il Neapolitan Power”. Sul successo del brano Figli delle stelle invece Alan Sorrenti ha raccontato: “Non è nata all’improvviso, ma l’ispirazione arrivò in America. Ero nelle stelle non soltanto in senso fisico, prendevo parecchi aerei, ma anche per l’energia e la magia che trasmetteva Los Angeles. Quell’anno uscì Star Wars di George Lucas, feci la fila a un cinema, il Sunset Boulevard era un luccichio continuo. In Italia la presentai per la prima volta al Divina di Milano, un club gay. Quella sera c’era anche Grace Jones che cantava la Vie en Rose. Per me quella canzone rimane una rivelazione, sono ancora un figlio delle stelle”.  



Sulla sua infanzia Alan Sorrenti ha raccontato: “La mia storia parte da Napoli, dove sono nato e in parte cresciuto. Lì mi sentivo uno straniero, mamma gallese, Gwendoline, detta Gwen, e papà napoletano, Francesco. Indossavo jeans e pellicciotto per mettere insieme le mie anime. In quella città volevo stare il meno possibile. Per fortuna spesso visitavo i nonni nel Galles. Poi mia madre lavorava alla Nato di Bagnoli, lì c’era il profumo dei dolci, la musica che arrivava dagli uffici… quando varcavo quei confini trovavo l’America. A 16 anni, per farmi imparare bene l’inglese, mi iscrisse a una scuola privata. A Folkestone, sulla Manica”.



Alan Sorrenti e il rapporto con la popolarità: “Non riuscivo più a…”

Qual è stato il rapporto di Alan Sorrenti con il successo? Nell’intervista al Corriere della Sera, il cantante ha spiegato di aver risentito negativamente della fama improvvisa: “Volevo gestire la mia vita e non ci riuscivo più. All’inizio la fama è un gioco divertente, un bel film di cui sei il protagonista. Dopo viene fuori una follia autodistruttiva, cominci a essere così incasinato e fatto che non puoi più creare quello che vuoi”. Alan Sorrenti è stato un adolescente sovversivo. I suoi genitori all’epoca erano preoccupati: “Per me avrebbero voluto altro. Tanto che mi ero iscritto a Medicina. Un esame solo, passato a pieni voti. Gli volevo dimostrare che non ero mica scemo. Però mi lasciavano libero, merito di mamma e del suo spirito democratico. Una sola cosa la sconvolse. Era terrorizzata che perdessi il mio accento inglese e iniziassi a parlare americano”.



E sul rapporto con il padre racconta: “Dipendente dell’azienda tranviaria e disegnatore, era più rigido, ma non aveva un carattere forte… lasciava correre. Eppoi da giovane cantava pure lui, incise un disco. Quando, durante la Seconda guerra mondiale, fu imprigionato in Inghilterra lo facevano esibire. Ma la fine del conflitto ridimensionò le sue ambizioni. Credo che la musica faccia parte del dna di famiglia: mia sorella Jenny canta e pure mamma, al college, durante la festa di fine anno, quando si elegge la reginetta del ballo, salì sul palco”.