La storia vera di Alan Turing che ha ispirato il film The Imitation Game

Alan Turing, protagonista del film biografico The Imitation Game in onda questa sera su Rai3, è stato un matematico, logico crittografo e filosofo britannico vissuto all’inizio del Novecento. È considerato uno dei padri dell’informatica, dal momento che il suo contributo si è rivelato essenziale nella progettazione dei computer così come li conosciamo oggi. A lui si deve l’invenzione del prototipo dei moderni calcolatori, la macchina elettromeccanica Bomba, in grado di decodificare i codici creati dalla macchina Enigma, all’epoca in mano ai tedeschi. Nel periodo della Seconda guerra mondiale, infatti, Turing era impiegato a Bletchley Park, il principale centro di crittoanalisi del Regno Unito, dove ideò una serie di tecniche per violare i cifrari tedeschi, inclusa la costruzione della suddetta macchina. La versione ufficiale lo vorrebbe morto per suicidio per alcune controversie legate alla sua omosessualità (fu infatti costretto alla castrazione chimica, che scelse in alternativa al carcere nel 1952). In realtà, sua madre insistette sempre che la morte di Turing fosse stata accidentale (l’inchiesta giudiziaria si concluse in maniera piuttosto affrettata), mentre il figlio stava cercando di placcare un cucchiaio d’argento. Già in precedenza, infatti, Turing aveva dorato artigianalmente un oggetto, togliendo l’oro da un orologio da taschino.



Il computer di Alan Turing

Alan Turing realizzò il suo calcolatore a partire da una vecchia versione della ‘Bomba’ di Rejewski, suo collega polacco che aveva già svolto ricerche in merito negli anni Trenta. Al termine della guerra, Turing fu invitato al National Physical Laboratory di Teddington, vicino Londra, per progettare il modello di un vero computer. Il suo rapporto fu presentato nel marzo 1946, ma la costruzione effettiva richiedeva costi elevati e l’idea fu scartata. L’attività di decrittazione di Turing negli uffici di Bletchley Park fu coperta da segreto assoluto. Il protocollo imposto dal governo britannico era infatti rigorosissimo: nessuno degli impiegati avrebbe potuto rivelare informazioni circa il suo lavoro. Il divieto impedì ad Alan e ai suoi colleghi di ricevere riconoscimenti pubblici, e la memoria di Turing è stata riabilitata soltanto in tempi recenti.



Alan Turing e la crittografia

Nel corso della sua attività, Alan Turing realizzò macchine e sistemi per violare non solo i codici crittografici tedeschi, ma anche quelli giapponesi e italiani. Le principali potenze coinvolte nel conflitto, infatti, utilizzavano una crittografia per impedire ai loro nemici di decifrare (e quindi comprendere) i loro messaggi trasmessi tramite segnale radio. Dati e informazioni cominciarono a essere pubblicati nel 1974, a vent’anni dalla morte di Turing e compagni.

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