Il combinato disposto tra la guerra in Libia, la recentissima strage nel centro di detenzione e la “tradizionale” tratta verso il Mediterraneo rende la situazione per i migranti nel Nord Africa potenzialmente esplosiva: purtroppo un nuovo drammatico caso si affaccia su tutto il bacino mediterraneo, Italia compresa a pochi giorni dalla “soluzione” del lungo braccio di ferro tra Governo italiano e nave Sea Watch 3. Ebbene, stando all’allerta lanciata da Alarm Phone (che cita Chamseddine Marzoug, attivista della Mezzaluna rossa tunisina) ci sarebbero 82 migranti dispersi in mare sopra un gommone dopo un naufragio avvenuto ieri al largo di Zarzis, in Tunisia. Stando all’attivista e volontario, alcuni sarebbero anche stati recuperati ma solo cinque sarebbero sopravvissuti e si teme una terribile strage a pochi chilometri dalle stesse coste dove la Sea Watch 3 settimane fa recuperò la cinquantina di migranti poi portati verso Lampedusa. «Solo cinque persone sono sopravvissute, mentre oltre 80 sono disperse», avverte Marzoug tramite l’Alarm Phone. Al momento nel Mediterraneo è presente come pattuglia salva-vite, la nave “Alex” della piattaforma Mediterranea for Saving Humans.



MIGRANTI IN FUGA DALLA LIBIA: SI TEME UNA NUOVA STRAGE

L’allarme era scattato nel pomeriggio di ieri dopo che era stato raccolto l’Sos di un gommone in difficoltà al largo della costa in Libia, all’altezza di Zawiya: i migranti sarebbero infatti in fuga da Tripoli dopo il bombardamento del generale Haftar contro il centro di detenzione alla periferia della Capitale che ha provocato quasi 100 morti e centinaia di feriti. «Non abbiamo idea di cosa sia successo alla barca e alle persone a bordo . Speriamo che ci siano sopravvissuti, anche se questo significa essere di nuovo in un teatro di guerra», aveva scritto ancora ieri il servizio di Alarm Phone. Nel frattempo uno dei 5 naufraghi raccolti in mare questa mattina da una motopesca tunisina sarebbe poi morto nel trasporto in ospedale verso Zarzis: l’emergenza è scattata con tutti i migranti, avvisa l’agenzia Ansa, che proverrebbero dal Mali e dalla Costa d’Avorio. sono già al lavoro Mezzaluna Rossa tunisina e Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim). Ad impensierire e preoccupare ulteriormente la situazione dei migranti nel Nord Africa è la notizia di questi minuti secondo cui la Libia di Al Serraj starebbe valutando di liberare tutti i centri di detenzione per l’eccessivo timore di nuovi attentati e bombardamenti.

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