Alba Parietti ha di recente compiuto i suoi primi 60 anni ma lei ammette candidamente di sentirne 30. In una intervista concessa a Elvira Serra per il Corriere della Sera, l’opinionista ha ripercorso la sua vita partendo dalla sua infanzia e dai ricordi felici del padre e della madre. Arriva il periodo dell’adolescenza quando Alba inizia ad essere una ragazzina “bella ma inconsapevole” ma soprattutto in grado di affascinare tutti i maschi: “Sono uno strano animale aggressivo, spudorata, e racconto un sacco di balle”, svela. Arrivano veloci gli anni Ottanta. La Parietti si ritrova a passare davanti alla sede Rai di Torino vestita in abiti leopardati e con i capelli cotonati con il frisè. Lei ricorda: “Attiro l’attenzione e Jerry Calà mi chiede il numero di telefono. Un giorno chiama a casa e mi invita a raggiungerlo con I Gatti di Vicolo Miracoli e conosco Franco Oppini, che diventerà mio marito e il padre di mio figlio Francesco”. Da quel momento la sua vita cambia radicalmente: “Da lì vengo catapultata in un mondo diverso, comincio a lavorare nelle tv private, faccio la valletta di Amanda Lear, per me una dea…”.



Ed ecco gli anni Novanta: “Tutto quello che non potevo neanche immaginare si avvera. Sono seduta sullo sgabello di Galagoal a Telemontecarlo, un’intuizione di Ricardo Pereira, e da lì stravolgo la messa cantata del calcio maschile”. Da quel momento tutti si accorgono di Alba Parietti.

ALBA PARIETTI E I SUOI SUCCESSI IN TV

Ricordando gli anni magici Alba Parietti non nega di essere stata anche molto narcisista ed ancora oggi si domanda che fine abbia fatto quel celebre sgabello sul quale era solita accavallare le gambe, simbolo, dice, di “consapevolezza e distacco”. Gli anni Duemila segnano per lei una sorta di “svolta”. “È quando capisco che non sono immortale. Ho appena compiuto 40 anni, arrivo da un paio di sconfitte professionali e sentimentali, quella con Christopher Lambert è stata bruciante”, racconta. Inizia a frequentare tutte le feste tra la Sardegna e Porto Cervo quando una donna, sua rivale, commenta: “Alba crede di essere ancora molto bella…”. Una frase che evidentemente ancora oggi ad Alba fa male. Dal 2010 la sua carriera ha una virata ed inizia a fare l’opinionista con Vittorio Sgarbi. Mestiere che la porta anche a guadagnarsi una serie di antipatie. A chi le domanda oggi che mestiere faccia, lei risponde: “Faccio Alba Parietti. È un marchio che ancora funziona piuttosto bene”. Negli anni ha firmato contratti miliardari grazie a Galagoal per cui nutre ad oggi un grande orgoglio “perché ho inventato un nuovo modo di fare televisione”.



TUTTI GLI UOMINI CHE HA AMATO

Sono tanti gli uomini incontrati da Alba Parietti nel corso della sua vita ed alcuni sono riusciti ad emozionarla molto, da Elton John a Jack Nicholson, David Copperfield, i Duran Duran, Oliver Stone, Bloomberg. “La cosa bella è che quelli che erano i miei miti sono diventati miei amici”, rivela. Come Claudio Baglioni, per il quale nutriva un amore platonico, o ancora Antonello Venditti, Fabrizio De André, Gianni Morandi. Però, aggiunge, “Forse però l’incontro più sconvolgente, emotivamente più forte, è stato con Ezio Bosso”. Parlando di lui la Parietti lo ha definito “una delle poche persone davanti alle quali mi sentivo in soggezione. Nella sua tragedia immane ha messo in scena la sua malattia, condividendola con la musica”. “Con lui fu un rapporto devastante”, ha aggiunto. Quella tra Alba e Bosso è stata “una storia, complessa, dolorosa e pericolosa, irripetibile, che mi è costata moltissimo sul piano emotivo, ma che sono felice di aver vissuto”, ha ammesso ancora.



Tra gli altri dolori vissuti da Alba, anche la perdita di Giuseppe Lanza di Scalea, suo grande amore: “Lui in assoluto, oltre a essere uno degli uomini più importanti della mia vita, era quello di cui mi fidavo di più. Era davvero il Gattopardo. Ho avuto la fortuna di avere una grandissima confidenza con lui, uomo di etica e di pensiero. La sua malattia non l’ho vissuta perché aveva una compagna ed era giusto che fossi più defilata, ma se avessi potuto staccarmi un braccio per farlo stare meglio lo avrei fatto”. Ad avvisarla della morte fu la figlia Giulia. “Giuseppe era mio pilastro, amico, non potevo immaginare che potesse non esserci più”, ha aggiunto. Se per i suoi 60 anni avesse potuto richiamare in vita qualcuno, sarebbero stati proprio i suoi genitori e Giuseppe: “Mio padre per mostrargli che tutto ciò che ha fatto ha dato i suoi frutti e che non ho tradito il partigiano che lui era. Mia madre per dirle che se avessi potuto scegliere tra mille madri avrei scelto ancora lei, con la sua follia e genialità. E Giuseppe perché è e rimarrà sempre il mio migliore amico”.