Alba Parietti ricorda ancora Ezio Bosso, ribadendo però di esserne stata solo amica. Commovente il ritratto che Parietti fa di Bosso per la rivista Chi: “Un uomo di grande carisma e fascino. Un artista talmente intrigante che avrebbe potuto essere il più bel romanzo di Oscar Wilde“. Alba Parietti ricorda che ad Ezio Bosso bastavano cinque minuti per farti pensare “che i malati erano tutti gli altri“. Non amava farsi commiserare e aveva alcune durezze nel carattere, una forma di difesa: “Sapeva che, chi si fosse affezionato a lui, avrebbe sofferto”.



Bosso era dunque “fragile fisicamente, ma fortissimo di carattere, era un uomo che metteva in dubbio ogni tua certezza, conoscerlo è stato un dono raro“. Alba Parietti dunque desidera rendere omaggio “a una persona che ha lasciato un segno nella mia vita e anche in quella di chi non lo conosceva”.



Ricordo che vuole “scevro da qualunque lettura maliziosa“. Rivisto a Sanremo nel 2016, Alba Parietti fu in quella occasione “folgorata” dalle parole e dalla musica di Ezio Bosso, “come un’apparizione”. Da allora lo ha frequentato e ne ha amato “l’anima geniale, il suo carattere deciso e la sua intelligenza raffinata, la sua capacità di decidere la trama dei propri rapporti, di condurre le danze”.

ALBA PARIETTI: “IMPOSSIBILE NON INNAMORARSI” DI EZIO BOSSO

Ezio Bosso era in balia della sua malattia,ma non voleva sentirsi compatito o suscitare tenerezza: “Aveva grande fascino e qualsiasi donna, ma direi qualsiasi essere umano, conoscendolo, non poteva che innamorarsi della sua personalità istrionica“. Non una commozione legata alla sua condizione: “Sapeva ammaliarti, portarti in un altro mondo con le proprie armi”.



Riascoltando in questi giorni le composizioni di Ezio Bosso, Alba Parietti ricorda che la sua musica dal vivo ti rapiva e “faceva volare”: “Come il pifferaio magico, attraverso le note sapeva raccontarsi anche con sarcasmo e senso dell’umorismo, riusciva a ridere della tragedia della sua malattia e portarti nel profondo della sua anima, sconvolgeva ogni tua struttura, li trascinava e ti metteva in una bolla”.

Un sentimento grande e non scontato: “Non era facile essergli amico, non era facile amarlo, con lui non ho mai potuto decidere niente e ho sempre e solo accettato le regole che lui stabiliva. Dirigeva la vita come dirigeva un’opera. Eravamo veramente amici e solamente amici”. Spiritosissimo, coltissimo, per Parietti “il mistero fatto persona“, che ci ha lasciati senza avvisare, un vero trauma per Alba, che faceva già fatica ad accettarne la malattia.

ALBA PARIETTI: “EZIO BOSSO, LA VITA E LA MORTE”

Il rapporto fra Ezio Bosso e Alba Parietti era talmente verace che “ho trattato Ezio come trattavo tutti, e questa è la mia più grande colpa e il più grande sollievo”. Rapporto schietto e ricco di provocazioni, sopra gli stereotipi e le condizioni fisiche, discussioni comprese: “Vorrei che la gente non lo dipingesse come un povero ragazzo sfortunato perché era un uomo pieno di charme, di donne che avrebbero fatto qualsiasi cosa per stare con lui, consapevole dei suoi poteri”.

Alba Parietti ricorda i giorni passati a piangere pensando “a quanto fosse tragico il suo destino” e amandone più i difetti dei pregi, come quella capacità “di sedurti e lasciarti senza fiato e senza speranza”, avvicinandoti e tenendoti lontano. Alba Parietti ricorda poi quando Ezio Bosso ancora suonava, raccontando il rapporto fra la vita e la morte: “Diceva che, secondo una teoria antica, la vita di ogni uomo è composta di dodici stanze, in ciascuna lasciamo qualcosa di noi e di tutte ci ricorderemo quando entreremo nell’ultima. La prima, quella in cui siamo nati, non possiamo ricordarla, la rivedremo solo quando entreremo nell’ultima, dove tutto finisce e tutto ricomincia”.

Alba Parietti allora chiude il suo ricordo di Ezio Bosso immaginandolo “come un eterno ragazzo, con quel sorriso e gli occhi curiosi di un bambino, che ci ha lasciato troppo presto, senza avvisarci, lasciando solo pioggia nei nostri occhi scuri”.