Doveva essere il candidato sindaco per il Centrodestra a Milano, aveva ricevuto il forte endorsement-proposta di Matteo Salvini ma alla fine non se n’è fatto nulla: oggi Gabriele Albertini resta un ottimo ex sindaco pronto ad aiutare il candidato Luca Bernardo, oltre che un osservatore “interessato” nel largo campo del Centrodestra pronto alle Elezioni Amministrative, «Ho avuto la sensazione che solo Salvini nel Centrodestra ritenesse Milano contenibile, mentre gli altri alleati giocassero la partita meneghina in chiave romana, complicano la vita in città al leader della Lega per poi intestargli l’eventuale sconfitta».
Non usa mezzi termini nell’intervista a “Libero Quotidiano” il già due volte sindaco di Milano, oggi ufficialmente “pensionato” dalla/della politica: «Silvio e Giorgia decisero di appoggiarmi solo quando capirono che sarebbe stato un autogol per loro non farlo», e anche per questo alla fine è rimasto fuori dalla contesa milanese, facendo andare avanti invece Bernardo come “candidato civico” proposto sempre dalla Lega. No vice sindaco e nemmeno assessore, Albertini annuncia la sua disponibilità in campagna elettorale per Bernardo e come potenziale candidato agli incarichi pubblici in aziende comunali o in partecipate, «penso di avere esperienza…».
“BENE LA FEDERAZIONE LEGA-FORZA ITALIA”
«Bernardo è un candidato civico, sostenuto dal centrodestra ma sopra i partiti, si fa forte della sua esperienza professionale di grande medico. A differenza di Sala, che mi sembra inseguire il Pd, fino a tradire la sua vocazione originaria di manager. Sposa le battaglie ideologiche dei dem e cerca di nascondere di essere stato il direttore generale della Moratti», rilancia ancora Albertini dalle colonne di “Libero Quotidiano”. Difende il candidato del Centrodestra e invece attacca l’amico Sala, criticando non poco la sua “deriva” verso sinistra maturata negli anni a Palazzo Marino: «quando l’ho conosciuto io non faceva così il comunista. Ora dà troppa importanza alla sinistra dei partiti, quella non milanese, si fa condizionare, ha perso il proprio profilo cittadino, si occupa di cose che interessano poco la gente. E poi con queste piste ciclabili…». Viceversa, con chi invece i rapporti sono decisamente migliorati rispetto al passato è proprio il leader della Lega Matteo Salvini: «Ero convinto che il consenso di Salvini si sarebbe sgonfiato perché il suo populismo ostentato lo avrebbe allontanato dall’imprenditoria, dai professionisti e dai lavoratori autonomi del Nord che sono l’elettorato principale della Lega». Ora però, riflette ancora Gabriele Albertini, la conversione di Salvini al governo Draghi pare sia realmente sincera: «anche la sua offerta di candidarmi rientra nel suo nuovo mo- do di intendere la politica. Matteo ha capito, anche in proiezione delle elezioni politiche del 2023, che il consenso lo si prende sui disagi e sulla paura ma che per governare servono un progetto e il confronto con la realtà». Capitolo finale sulla federazione in vista per il Centrodestra, quantomeno per l’ala Lega-Forza Italia: «Berlusconi la vuole, Giorgetti e i governatori pure, Matteo deve convincersi. Silvio può regalare alla federazione una visione di governo, mettendoci dentro la sua storia liberale e la sua appartenenza al Ppe».