Alberto Angela è intervenuto in qualità di ospite a “Domenica In”, trasmissione condotta su Rai Uno da Mara Venier, per presentare “L’inferno su Roma”, suo nuovo libro, nel quale svela che Nerone non incendiò Roma. “Ho ipotizzato che sia stata una lucerna a cadere sotto una delle arcate lignee del Circo Massimo, luogo da cui è partito quel rogo – ha asserito –. A un certo punto si è alzato il vento di libeccio e distrutto una città di un milione di abitanti in appena nove giorni”. E Nerone? Tutti gli imperatori erano cinici e dittatori e lui non era da meno, ma all’inizio della sua vita era ribelle: aveva i capelli lunghi, amava la velocità e la musica.



Successivamente, zia Mara ha ricordato il primo incontro con il figlio di Piero Angela, datato 1993 e avvenuto proprio nello studio televisivo di “Domenica In”. Presto Alberto e Piero Angela torneranno insieme a “Ulisse – Il piacere della scoperta”, all’interno di una puntata condotta insieme sull’emergenza ambientale (prevista per il 3 giugno). (aggiornamento di Alessandro Nidi)



ALBERTO ANGELA E IL “GIALLO” ULISSE

Alberto Angela, apprezzato divulgatore scientifico e volto di punta dei palinsesti culturali della Rai, sarà ospite nel pomeriggio di oggi, domenica 23 maggio 2021, negli studi televisivi di “Domenica In”, trasmissione condotta da Mara Venier. Un’occasione unica per i telespettatori, in quanto Angela, per una volta, non parlerà delle meraviglie artistiche disseminate lungo lo Stivale e nell’intero orbe terracqueo, né si soffermerà su retroscena a carattere storico: di fronte alle telecamere di Rai Uno parlerà solo e soltanto di sé, della sua famiglia, del suo lavoro e delle numerose soddisfazioni conquistate nel corso di una carriera che definire brillante sembra financo un semplice (anzi, semplicistico) eufemismo. Peraltro, recentemente, Alberto Angela è stato costretto a intervenire personalmente sui social network, con particolare riferimento a Twitter, in quanto sul web si erano diffuse voci infondate e incontrollate circa una presunta cancellazione decisa dai vertici di viale Mazzini del suo programma “Ulisse – Il piacere della scoperta”, giustificata dagli ascolti non in linea con le aspettative, anche e soprattutto in virtù della contemporaneità con la fiction di Canale 5 “Buongiorno mamma”, avente come protagonista Raoul Bova. “Ulisse non si ferma – ha cinguettato il figlio di Piero Angela –. Stiamo regolarmente montando le ultime due puntate di questa edizione che sono solo state rinviate, poiché l’emergenza Covid ha causato dei rallentamenti nelle lavorazioni. La sospensione del programma non è mai stata presa in considerazione da nessuno”. Peraltro, va ricordato che mercoledì 19 maggio Rai Uno ha trasmesso la finale di Coppa Italia tra Atalanta e Juventus, vinta dai bianconeri 2-1: lo stop, almeno in questo caso, sarebbe comunque stato inevitabile.



ALBERTO ANGELA: “IO E MIO PADRE PIERO…”

Alberto Angela, inoltre, all’interno di un’intervista rilasciata a inizio maggio al quotidiano “Libero”, oggi diretto da Alessandro Sallusti, ha rivelato di non avere mai subìto la pressione di un cognome tanto illustre, vista e considerata la notorietà di cui gode il padre Piero. Secondo il divulgatore scientifico, infatti, in questo mondo il vero problema è farsi un nome, non avere un cognome e, se lui è riuscito a coronare questo obiettivo, è unicamente grazie “al mondo della ricerca, che mi ha insegnato a lavorare con umiltà. Poi i risultati arrivano. Io e mio padre siamo sempre stati molti uniti: la passione per la conoscenza è stata un collante che ci ha messo sulla stessa lunghezza d’onda”.

La sobrietà e la pacatezza con cui veicola l’informazione, poi, fanno di Alberto Angela una delle personalità televisiva più amate dal pubblico e questo, probabilmente è il successo del suo segreto. Un successo che lo stesso figlio d’arte ha riassunto in un concetto chiave: esiste un solo modo di fare divulgazione e consiste nell’essere semplici, rigorosi e diretti. Tutto il resto non porta buoni risultati. Ovviamente, può entrare in gioco la componente emotiva, ma solo in minima parte, mentre ci si deve immediatamente discostare dalle fake news, “come quella di considerare Nerone colpevole di aver incendiato Roma, mentre in quei giorni si trovava ad Anzio”.