In una lunga intervista ad Avvenire, il noto conduttore tv e divulgatore Alberto Angela ha raccontato come sta vivendo l’emergenza Coronavirus. L’occasione viene dal lancio di alcune repliche su Rai 1, il mercoledì sera a partire da oggi, di alcuni viaggi celebri in giro per il nostro Paese: “I nostri programmi sono tra i pochissimi replicabili e quindi li abbiamo messi subito a disposizione”. L’idea, come il divulgatore ha brillantemente raccontato, è quella di fare compagnia alla gente, prenderla per mano in viaggi che toccano posti straordinari; lui stesso si è detto al servizio dell’Italia che descrive, come sempre fa, come il Paese più bello “per cultura, per modo di vivere, per il cibo, per i rapporti fra le persone”. Ecco: proprio l’umanità è uno dei temi principali che vengono toccati nel corso di questa intervista.



Alberto Angela ha infatti detto di aver girato un video introduttivo, per la puntata di questa sera, con l’obiettivo di “scuotere gli animi e sottolinear che la nostra cultura ci sta aiutando anche in questa emergenza”. Lo scopo non sarà solo educativo, perché una volta terminato l’isolamento, e che il Coronavirus sarà forse un avvenimento del passato, tutti dovranno dare una mano a rilanciare quelle città che vivono di turismo e, dopo aver dato una mano agli ospedali (con l’obbligo di non dimenticare, anche in futuro, medici e infermieri come tutto il personale sanitario in prima linea), “aiutare l’industria, i commercianti, le aziende a livello familiare”. Cosa che l’Italia può fare, grazie al più grande patrimonio culturale del pianeta e “da generazioni che ci hanno donato monumenti e valori come creatività, generosità, ingegno, amore per la vita, grandi capacità artistiche”.



Il pezzo più significativo è però quando Alberto Angela descrive l’Italia come il Paese che per primo ha messo in piedi Protezione Civile, Unità di Crisi e Caschi blu della cultura: generazioni che sono insieme a noi e che lottano fianco a fianco in questa battaglia. L’emergenza, secondo il presentatore, è stata affrontata in questo modo perché “abbiamo agito con lucidità e grande senso della comunità. Un dono delle generazioni passate, come quella di papà Piero (che, a proposito, sta bene come Alberto ha confermato) che ci hanno lasciato senso della famiglia e umanità, fattori per i quali si cerca sempre di agire in prima persona. “Il nostro passato può aiutare il presente a indirizzare il futuro”. Il momento resta drammatico, tante persone sono morte e hanno lasciato vuoti incolmabili nelle loro famiglie; “io sono vicino a tutte queste persone e alle loro famiglie”, ha chiuso Alberto Angela.

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