Alberto Angela si avvicina a passo spedito alla nuova edizione del suo Meraviglie, che ritornerà su Rai 1 dal prossimo 4 gennaio 2020. Un viaggio che fra passato e presente, permette al conduttore e al pubblico italiano di visitare i siti Unesco del nostro Paese e che in senso lato rappresenta la personalità del padrone di casa. “Sono sempre stato un entusiasta, mi sono sempre appassionato a tutto quello che ho attorno a me. Quando osservo un’opera d’arte mi soffermo sui dettagli. Cerco di vedere le cose a tre dimensioni”, svela a Sorrisi. Ricorda bene la prima volta in cui ha provato quella forte sensazione di stupore: aveva 9 anni circa e il professore stava leggendo il romanzo La guerra del fuoco di J H Rosny. “Per me era come una fiaba. Forse per i miei compagni di classe era una rottura di scatole, io invece ne ero rapito perchè già allora ero appassionato di uomini preistorici e di dinosauri”, racconta. Lo stesso interesse dimostrato per le storie del padre Piero Angela, che di ritorno dai suoi viaggi non mancava mai di rendere partecipe il giovanissimo rampollo. La prima meraviglia come paleontologo riguarda invece un suo personale viaggio in Congo, nell’83. “Un giorno trovai una parte di cranio di un ominide di circa 2 milioni di anni fa: era nero, fossilizzato e aveva due profondi solchi, come segni di un morso. È stato un momento indimenticabile: trovi un oggetto che emerge dal suolo dopo centinaia di migliaia di anni e tu sei il primo a toccarlo dopo tutto quel tempo. È come trovarsi davanti a una finestra che si apre sul passato”, sottolinea. In tv invece Angela vive una serie di prime volte, dopo essere capitato sul piccolo schermo per caso nell’89, in seguito ad un’intervista per un network svizzero.
Alberto Angela continua ad essere l’uomo del momento, colui che come il padre ha il merito di affascinare con i suoi racconti sulla storia dell’umanità e sui molteplici luoghi d’Italia e nel mondo. Un umanista avventuroso, fra i primi occidentali ad entrare in una zona a nord del Kashmir appena aperta al pubblico. E persino in grado di commuoversi, come è accaduto quando Angela si è trovato di fronte al Colosseo, alla Cappella Sistina o alle Piramidi. “Senti una carezza nell’anima. Capisci le difficoltà incontrate da quelle persone nel realizzare qualcosa di immenso. Loro non ci sono più, ma le opere sì. È commovente, perché l’uomo è debole, è fragile, ma riesce a realizzare delle cose eterne”, ha detto a Sorrisi. Oggi, mercoledì 1 gennaio,
ALBERTO ANGELA E LA BELLEZZA DEL BALLO
Alberto Angela sarà uno dei super ospiti di Roberto Bolle – Danza con me 2020, racconterà la passione per il ballo con raccontando come a soli 15 anni il Re Sole ballò per 12 ore nell’arco di una notte. Il balletto venne chiamato “Le Ballet de La Nuit”.