La morte di Alberto Arbasino ha scosso anche Oscar Giannino che nel suo profilo di Twitter si è lasciato andare a un addio molto commosso, raccontando il loro rapporto. Spiega: “All’inferno va chi ci crede, diceva Arbasino. Lui no, non ci credeva. Io lo conobbi bene grazie a Spadolini. Letto tutto. Provavo sempre vertigine d’abisso davanti alla sua immane cultura, arguzia satiresca, etica alta travisata da cinismo surrealista. Quello che mi sento di dire è un grazie per sempre Alberto“, clicca qui per il tweet e per i commenti dei follower. Come Giannino sono moltissimi gli intellettuali e scrittori che lo ricordano. Quello che fa commuovere però è la stima che avevano di lui quelli che non l’avevano conosciuto, consci della sua grandezza anche solo per la lettura di quanto questi aveva scritto. (agg. di Matteo Fantozzi)
L’INTELLETTUALE GENTILE
Grande cordoglio sul web per la scomparsa di Alberto Arbasino, scrittore morto all’età di 90 anni dopo una lunga malattia. Questo l’omaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella: «Arbasino è stato uno scrittore di grandi qualità e creatività, un romanziere innovatore, un uomo di cultura poliedrico, tra i motori del Gruppo 63. La sensibilità con cui ha guardato la realtà si combinava con il coraggio della sperimentazione. Ha cercato espressione anche nella poesia. E con passione civile è stato giornalista, cercando sempre nella modernità strumenti utili alla narrazione e alla comprensione dei mutamenti, sociali e di costume». Così il ministro della Cultura: Dario Franceschini: «Autore prolifico, intellettuale anticonformista, scrittore sperimentale: tutto questo è stato Alberto Arbasino, che con il suo genio ha illuminato la cultura italiana e non solo. La sua perdita è un grande dolore». Infine, è tornata virale una puntata del programma Match che conduceva sulle reti Rai: parliamo del celebre scontro cinematografico tra Mario Monicelli e Nanni Moretti… (Aggiornamento di MB)
Dichiarazione del Presidente #Mattarella per la scomparsa di Alberto #Arbasino: pic.twitter.com/HJRuDivcbQ
— Quirinale (@Quirinale) March 23, 2020
— Francesca Archibugi (@farchibugi) March 23, 2020
ADDIO AD ALBERTO ARBASINO, AVEVA 90 ANNI
Alberto Arbasino è morto
all’età di 90 anni a Voghera, sua città natale. La sua famiglia ha fatto sapere che Arbasino si è spento “serenamente” dopo una lunga malattia con la quale combatteva da tempo. La notizia della morte di Arbasino è stata poi diffusa dal sito di Repubblica: infatti egli era uno storico collaboratore del gruppo L’Espresso.
La figura di Alberto Arbasino è quella che possiamo definire di un “intellettuale a 360 gradi”. Risulta infatti impossibile circoscrivere l’attività di Alberto Arbasino nella sua lunga vita ad un solo campo: fu scrittore di saggi e romanzi, poeta, critico teatrale, giornalista e anche deputato per il Partito Repubblicano Italiano, dunque senza ombra di dubbio Arbasino è stato uno dei maggiori protagonisti della cultura italiana dell’ultimo secolo.
Originario di Voghera, Alberto Arbasino dal punto di vista più strettamente culturale va ricordato come uno dei fondatori del Gruppo ’63, movimento letterario fondato a Palermo nel 1963 e definitosi di neoavanguardia come contrapposizione e critica alle avanguardie del Novecento, che intendevano l’opera letteraria come ancorata ai dettami degli anni Cinquanta.
ALBERTO ARBASINO È MORTO: LA BIOGRAFIA
Alberto Arbasino
era nato a Voghera il 22 gennaio 1930 e definiva sé stesso come uno scrittore espressionista. Dopo avere studiato inizialmente medicina a Pavia e poi giurisprudenza alla Statale di Milano, dove si laureò nel 1955, inizia ben presto a pubblicare i suoi primi racconti. In particolare, lo stesso Arbasino giudicava ‘Super Eliogabalo’ come il suo libro più surrealista ed espressionista “soprattutto per le descrizioni dei luoghi, che sono sempre onirici e deliranti”.
Scrittore sia di romanzi come ‘Fratelli d’Italia’ (che fu pubblicato proprio nel 1963) sia di numerosi saggi, come giornalista collaborò per diversi anni con il Corriere della Sera prima di passare a La Repubblica, iniziando il lungo legame con il gruppo L’Espresso. Nel 1977 fu invece conduttore di Match, programma di Rai 2.
Per quanto riguarda l’impegno politico, ricordiamo che Arbasino fu deputato al Parlamento italiano come indipendente per il Partito Repubblicano Italiano nella IX legislatura, fra il 1983 e il 1987. Ricordiamo infine che nel 1995 Arbasino fu nominato Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana.
IL RICORDO DI OSCAR GIANNINO
“All’inferno va chi ci crede”, diceva Alberto Arbasino. Lui no, non ci credeva. Lo conobbi bene grazie a Spadolini. Letto tutto. Provando sempre vertigine d’abisso innanzi a cultura immane, arguzia satiresca, etica alta travisata da cinismo surrealista. Grazie per sempre, Alberto
— Oscar Giannino (@OGiannino) March 23, 2020