COME È MORTO ALBERTO ASOR ROSA: “MALATO DA DUE ANNI, ERA FRAGILE E…”
Alberto Asor Rosa è morto a Roma presso la clinica Villa Margherita dove era ricoverato da circa 10 giorni: l’annuncio è stato dato dalle figlie Angela e Laura Asor Rosa all’ANSA, ponendo fine ad una lunga fase di complicazioni di salute peggiorate rapidamente negli ultimi giorni. È la stessa Angela a spiegare come è morto Alberto Asor Rosa, tra i più importanti e influenti critici letterari del Novecento italiano. «Doveva uscire questo venerdì. Sembrava stesse meglio ma ha avuto un improvviso arresto cardiaco. Negli ultimi due anni mio padre ha avuto una salute traballante dovuta a problemi cardiaci e polmonari», racconta la figlia dello storico dell’arte e della letteratura all’ANSA. Uomo di cultura ma anche fervente militante marxista-comunista: Asor Rosa fin da giovane ha puntato la sua ricerca sulla dialettica continua tra cultura e potere nell’analisi della letteratura e della realtà sociale.
Deputato del Partito Comunista Italiano tra il 1979 e il 1980, per decenni tra i nomi più “influenti” della cultura di sinistra sui media: Alberto Asor Rosa è stato però anche professore di letteratura italiana all’Università La Sapienza di Roma che infatti oggi gli tributa il commiato dopo aver ricevuto la notizia della morte. «Il cordoglio per la scomparsa di Alberto Asor Rosa, italianista illustre, protagonista della cultura italiana e Maestro di generazioni di studenti, venuto a mancare a 89 anni il 21 dicembre 2022», scrive l’ateneo ricordando che il 6 giugno 2003 fu l’ultima lezione tenuta dallo storico oggi deceduto, «continuava a essere legato alla Sapienza e il 23 settembre 2020, in un’Aula magna gremita aveva presentato, insieme al filosofo Massimo Cacciari, il volume dei Meridiani che gli aveva dedicato Mondadori».
IL RICORDO DI ALBERTO ASOR ROSA: LA MILITANZA, LA QUERELA PER IL “PALINDROMO” E IL “GOLPE” A BERLUSCONI
Nato a Roma il 23 settembre 1933, Alberto Asor Rosa è stato una delle figure centrali della critica letteraria e politica fin dagli anni Settanta: innamorato in gioventù dell’Orlando Furioso di Ariosto, si impegnò in politica salvo poi allontanarsi dal PCI nel 1956 dopo la tragica invasione dell’URSS in Ungheria (vi rientrò solo nel 1972). Rimase un convinto marxista nell’analisi di mondo, società e letteratura: si autodefiniva “critico militante” e come tale anche all’alba del Berlusconismo ebbe modo di contestare la politica post-Tangentopoli, in particolare l’ascesa del Cav di Arcore. Nella primavera 2011 propose di togliere il potere al Premier Berlusconi «con un intervento dall’alto»: un golpe evocato verso il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, e che fece scalpore, tanto che Asor Rosa parlava direttamente di coinvolgimento di polizia e Carabinieri per far cacciare l’odiato politico azzurro.
Uno dei pochi a schierarsi contro Asor Rosa fu Giuliano Ferrara con una famosa polemica in tv a “Radio Londra”: «Alberto Asor Rosa è in quella che potremmo definire la cricca Scalfari, che cerca di abbattere Berlusconi in quanto capo politico». Giorni dopo giunse la risposta del critico oggi morto a Roma: «Berlusconi è un golpista e Ferrara un sicario». Ovviamente la carriera politica e letteraria era molto più delle singole polemiche, ma quell’animo pugnace comunista rimase sempre intatto, come dimostra la vicenda legata addirittura al suo particolare nome “palindromo”. Durante il movimento ‘creativo’ del ’77 sui muri della Università La Sapienza qualcuno scrisse: «Asor Rosa, sei palindromo». Un giornalista del calibro di Indro Montanelli (all’epoca direttore de “La Voce”) ebbe a dire «Asor Rosa è un palindromo. Lo si può leggere da sinistra o da destra, e vuol dire la stessa cosa, cioè niente». Anche in quel caso lo storico “critico militante” querelò Montanelli, ritirata anni dopo le scuse del compianto fondatore de “il Giornale”.