Alberto Clò, economista, accademico italiano e grande esperto di energia, è stato intervistato stamane dal quotidiano La Verità per parlare della crisi energetica e del prezzo di gas ed elettricità che stanno andando fuori controllo in questi mesi: «In questa crisi energetica guadagnano i venditori di gas, inclusi i Paesi che non si sono lasciati imbrigliare dai veti ambientalistici e hanno continuato a trivellare e scavare. Che poi sono gli stessi che ora fanno i prezzi. Nel matto scenario mondiale disegnato dalla crisi del gas, l’Europa è sempre più un vaso di coccio».
Alberto Clò ci tiene a precisare che questa esplosione non è strettamente collegata alla guerra in Ucraina: «La crisi energetica è esplosa prima, i prezzi erano balzati già a fine 2021 trainate dalla maggiore domanda di energia delle economie uscite dal lockdown. L’offerta disponibile non soddisfaceva il fabbisogno. Negli anni precedenti, vittime anche dell’isteria ecologista, le imprese petrolifere avevano tagliato drasticamente gli investimenti nella ricerca e nell’estrazione. Non era una crisi di breve termine, come erroneamente aveva detto la Commissione europea, ma di lunga durata».
ALBERTO CLO’: “INVESTIMENTI MINERARI E NUOVA CAPACITA’ PER LA CRISI”
Secondo l’esperto, quindi, bisogna intervenire prima della crisi in corso: «Lo squilibrio tra domanda e offerta si sarebbe potuto superare con la ripresa degli investimenti minerari e la creazione di nuova capacità. Così non è stato. Su questa crisi post pandemia si è inserita la guerra che ha acuito tutti i fattori di criticità e ha impattato sui prezzi che avevano già conosciuto picchi a dicembre 2021». E così che sono molti coloro che si sono arricchiti da questa crisi: «Tutta la filiera, da chi vende gas all’origine come la Russia a chi vende gas ai grossisti, ha moltiplicato i profitti. Ma è stata l’Europa, con la sua politica miope, a consegnare il mercato ai venditori, scaricando i rincari sul consumatore finale. In Italia per attenuare il rovinoso impatto e ridurre i prezzi del gas e del carburante, i governi hanno impegnato sinora oltre 50 miliardi di euro».
Alberto Clò ha poi spiegato come viene fissato il prezzo di gas ed elettricità: «Noi abbiamo un sistema in cui il prezzo dell’elettricità è il punto di equilibrio tra domanda e offerta definito dall’unità marginale che nel nostro caso è il gas. I produttori di elettricità fanno le loro offerte a crescere, però il prezzo si fissa sul valore più elevato. Chi era disponibile a incassare anche meno guadagnerà la differenza tra il prezzo che gli sarebbe andato bene e quello finale. A un’impresa che produce rinnovabili l’elettricità potrà costare 50-60 euro al megawattora, ma potrà incassare anche fino a 500-600 euro. C’è una rendita spaventosa. Nasce da qui l’idea di fissare un tetto ai prezzi delle fonti meno costose».
ALBERTO CLO’: “L’UE NON HA MAI AVUTO VOCE IN CAPITOLO”
Secondo Alberto Clò è in atto una vera e propria rivoluzione economica: «Sono in atto cambiamenti sostanziali – spiega – a configurare un nuovo ordine energetico mondiale. Gli stati, cioè i politici, torneranno a decidere quanto produrre con un restringimento del ruolo dei mercati. Le imprese pubbliche avranno un peso sempre maggiore: non a caso la Francia sta nazionalizzando Edf, la Germania ha salvato la più grande impresa di gas, Uniper, investendo decine di miliardi di euro. Sono operazioni che qualche anno fa sarebbero state inimmaginabili». E a farne le spese, ovviamente, è l’Unione Europea, storicamente in una posizione economica debole per quanto riguarda questo tipo di materie prime: «Non ha mai avuto voce in capitolo se non per suicidarsi legandosi alla Russia, specie per la volontà della Germania. Ma per l’Europa la sicurezza energetica era qualcosa di cui ci si poteva dimenticare affidandosi ai mercati. Gran parte della situazione attuale è responsabilità dell’Unione».