Si è parlato del problema del gas russo ieri in occasione della puntata di Uno Mattina, e ospite in collegamento vi era Alberto Clò, grande esperto del settore, e direttore responsabile di “Rivista energia”. Senza troppi giri di parole Alberto Clò ha parlato così in diretta televisiva: “Siamo messi male, d’altra parte noi siamo totalmente prigionieri dell’energia russa, perchè non è semplicemente il gas, è anche il carbone, è anche il petrolio, ho l’impressione che la Commissione europea non abbia accortezza, in quanto noi siamo prigionieri della Russia. Dobbiamo pensare che in Italia un’abitazione su sei è alimentata nel riscaldamento dal gas russo e una lampadina su otto è alimentata dal gas russo, questa è la situazione. Siamo nell’impossibilità di poter sostituire il gas, il carbone e il petrolio russo con fonti alternative”.



“Dobbiamo pensare a questo inverno – ha continuato l’esperto – e non a fra due/tre anni e la mia idea è che si sia avviata una seconda fase in questa guerra energetica Russia-Europa, per due ragioni: una è dovuta al fatto che la Russia sta stringendo la corda al collo dei paesi più deboli, è la prima volta che vengono attaccati direttamente due paesi dell’Ue, Polonia e Bulgaria, interrompendo le forniture dall’oggi al domani. La seconda cosa di cui poco si parlerà è che la Commissione Europea ha decretato l’embargo del carbone russo dal primo agosto, in pochi giorni i prezzi sono aumentati di 4 volte e non sappiamo come sostituirlo”. Secondo Alberto Clò i vari Paesi stanno già di fatto “violando” il patto di Glasgow: “Nel 2021 e nella prima parte del 2022 il carbone è la fonte che ha registrato il più alto incremento, il 10%, alla faccia di quello che i governi avevano promesso di fare a Glasgow. La mia impressione è che è cambiata la priorità dell’agenda politica dei governi, prima era il clima, ora è la sicurezza energetica e la convenienza energetica. Il carbone costa metà del gas e molto meno del petrolio”.



ALBERTO CLO’ E LE RINNOVABILI: “DALLA PADELLA ALLA BRACE”

E su chi dice che bisogna puntare sulle rinnovabili, Alberto Clò replica: “Sulle rinnovabili il rischio qual è? Cadere dalla padella del gas russo alla brace delle rinnovabili cinesi, l’80% delle rinnovabili che usiamo provengono dalla Cina e fra 20 e 30 anni lamenteremo quello che oggi stiamo lamentando per il gas russo. Io penso che la politica debba essere razionale, pragmatica e sapere qual è la situazione. Che l’Europa dichiari l’embargo di gas o carbone è paradossalmente assurdo, si ritorce contro di noi, è un fuoco amico. Da una parte ritengo doveroso liberarsi del gas russo e questo richiede più nucleare e una gamma di tecnologie che oggi gli pseudo ambientalisti stanno osteggiando, la situazione italiana è frutto delle nostre scellerate scelte, abbiamo impedito i rigassificatori, i gasdotti, e il risultato è questo”.



“Nel 2000 – ha proseguito Alberto Clò – producevamo 20 miliardi di metri cubi di gas, lo scorso anno 3. Quei 17 li abbiamo preso in gran parte dalla Russia. Chi al tempo ha osteggiato queste scelte e oggi le auspica dovrebbe essere chiamato a rispondere di queste scellerate scelte”. Chiusura dedicata sulle prossime mosse concrete da fare, e Alberto Clò ha pochi dubbi: “Le possibilità del gas dall’Algeria e dal Qatar sono inconsistenti, si sa che di gas in esubero non ce ne è, e anche se Biden ci ha promesso 15 miliardi di gas lo ha fatto per far bella figura. Bisogna riempire gli stoccaggi con il gas che oggi arriva, per avere un minimo di respiro in inverno, e poi adattare i nostri comportamenti, riducendo riscaldamento e climatizzazione, e poi acquistare dei gran maglioni, cardigan, come fece Carter nel ’77 consigliando agli americani di riscaldarsi in quel modo”.