Anche Alberto Dandolo è intervenuto sulla lite trash avvenuta a “Live Non è la D’Urso” tra Vladimir Luxuria e Vittorio Feltri, in particolare sulla querelle linguistica per la quale il direttore di Libero è stato ferocemente attaccato. «Fro*io non è un’offesa», aveva dichiarato il giornalista. Invece per l’ex deputata non è un linguaggio adatto. Per Dandolo non è una questione di parole, ma di valore. Non si offende ciò se viene chiamato “fro*io”, ma se non viene rispettato come essere pensante e se vengono feriti i suoi favori. Anzi a lui neppure piace essere chiamato omosessuale, «termine clinico che non amo». Il giornalista di Dagospia su Instagram non si è detto orgoglioso di essere gay così come un etero non può sentirsi orgoglioso di essere tale. «Semmai sono orgoglioso di altro, per esempio di sforzarmi ad essere una persona perbene». E poi ha precisato che non prova alcun risentimento né si sente offeso se viene chiamato “ric*hione”, ad esempio.
ALBERTO DANDOLO DIFENDE VITTORIO FELTRI “FROCIO? NON MI OFFENDE UNA PAROLA”
«Non mi sono mai sentito vittima di una parola o di un altrui giudizio», ha scritto Alberto Dandolo nel suo post su Instagram. Il giornalista si offende invece se vengono calpestate le sue idee e se vengono offesi i suoi valori, non se un suo interlocutore non riesce a comprendere che lui possa provare piacere in un tipo di penetrazione differente. «Rivendico quindi la libertà di non accettare, compreso il sacrosanto dovere di accettare di non essere accettato». E poi: «Quante stronzate sto leggendo in queste ore». Di fronte agli attacchi ricevuti da Vittorio Feltri dopo l’ultima puntata di “Live Non è la D’Urso” ha quindi voluto dire la sua. E ha tirato in ballo Paolo Isotta che dichiarò: «Chiamatemi semmai ric*hione! Gay è una parola pezzente. Gay è una caricatura». E quindi Alberto Dandolo ritiene che il termine più adatto ad una persona «curiosa di altre navigazioni» sia proprio “ric*hione”. «Ecco, già s’odono fulmine e tuono…», dice immaginando le critiche che il suo post potrebbe suscitare.