Alberto Segre e Lucia Foligno, genitori di Liliana Segre: la tentata fuga col padre in Svizzera, poi l’arresto e l’inizio di un incubo

Nata a Milano nel 1930, Liliana Segre visse col padre Alberto Segre e i nonni paterni, Giuseppe Segre e Olga Loevvy. La madre, Lucia Foligno, scomparve poco dopo la sua nascita. Di lei, quindi, Liliana non conserva alcun ricordo. L’adolescenza della Segre, come sappiamo, è stata segnata drammaticamente della persecuzione degli ebrei italiani. Con il padre Alberto tentò la fuga a Lugano, in Svizzera, per sfuggire ad un terribile destino.



Purtroppo, però, i due vennero arrestati e una giovanissima Segre, allora tredicenne, fu trasferita in carcere a Varese; poi a Como e in seguito a San Vittore a Milano, dove rimase per quaranta giorni fino alla deportazione nei campi di concentramento di Auschwitz.

Liliana Segre e l’ultimo drammatico incontro con il papà il 6 febbraio del 1944

La senatrice, sopravvissuta all’Olocausto, ha descritto Auschwitz come una enorme e desolante spianata di neve. Al suo arrivo uno scenario inquietante, il freddo pungente e tantissimi prigionieri in mano ai soldati nazisti. Quindi l’addio ad un padre che da quel momento non rivedrà mai più. Era il 6 febbraio 1944.



Una volta scesi dal treno – ha scritto la senatrice nel suo libro Fino a quando la mia stella brillerà – ci ritrovammo subito circondati da tanta gente: c’erano i prigionieri del campo che avevano l’ordine di smistare le valigie, c’erano i soldati nazisti che smistavano noi, le guardie con i cani al guinzaglio che abbaiavano. Mi avevano internata nel settore femminile del complesso di Auschwitz. Con il passare dei giorni smisi di piangere, iniziai a chiudermi in me stessa, non parlavo più”.

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