Un amico di Alberto Genovese ha parlato a Quarto Grado dei festini dell’imprenditore arrestato con l’accusa di violenza sessuale ai danni di una 18enne. Secondo alcuni Daniele era il braccio destro di Genovese e sarebbe scappato a Bali dopo gli ultimi sviluppi. Lui però, pur confermando di essere arrivato da poco a Bali, nega le voci che lo vedrebbero coinvolto in questa vicenda. «Ho avuto modo di vedere tutto lo schifo che le varie testate giornalistiche italiane hanno pubblicato su di me. Mi hanno stigmatizzato come uno spacciatore e come una persona che portava droga alle feste. Io non ho mai portato niente in quelle serate, non sono uno spacciatore e non ho mai fatto quel tipo di attività», ha dichiarato a Francesca Carollo. Inoltre, ha smentito di essere il braccio destro di Alberto Genovese: «Io sono solamente un suo amico, sono una persona che l’ha frequentato».
A proposito, invece, del suo viaggio a Bali, assicura di non essere scappato e che si tratta di un viaggio organizzato a ottobre quando in Italia si parlava della chiusura del settore food and beverage. «Ho deciso di partire ora per venire a seguire delle nuove attività che sto sviluppando, qui, in Indonesia». Daniele ha raccontato ai microfoni del programma di Rete 4 di essere stato danneggiato dalle voci attorno a questa vicenda: ad esempio, avrebbe ricevuto disdetta per un progetto a Milano. Lui comunque intende tornare a dicembre nella città meneghina, quindi assicura: «Sarò disponibile al mio rientro a chiarire la mia posizione». (agg. di Silvana Palazzo)
CASO ALBERTO GENOVESE: VIP AI SUOI FESTINI?
Il caso di Alberto Genovese, imprenditore milanese 43enne arrestato nella notte del 7 novembre scorso con l’accusa di violenza sessuale su una 18enne sarà al centro della puntata di oggi di Quarto Grado. Le indagini hanno fatto emergere diversi dettagli sui festini che Genovese era solito fare sul terrazzo vista Duomo della sua abitazione, tra cui l’obbligo di lasciare all’ingresso i cellulari al fine di evitare che venissero realizzati filmati. Tuttavia, al vaglio degli inquirenti ci sarebbero anche i video delle telecamere interne per comprendere in che modo l’imprenditore era solito agire. “Ci sono immagini che vanno indietro fino a maggio, ci saranno almeno 4-5 feste registrate. Ora dobbiamo capire se siano stati commessi reati anche in quelle occasioni”, hanno commentato gli investigatori milanesi che si stanno occupando del caso, come riferisce Affaritaliani.it. Genovese aveva numerose telecamere disseminate nella grande casa ribattezzata “Terrazza sentimento” e buona parte del materiale sarebbe rimasto impresso negli hard disk che l’uomo ha tentato di cancellare anche con l’aiuto dei suoi collaboratori. Adesso, spiegano ancora gli investigatori, è in corso un lungo lavoro al fine di ritrovare l’ordine cronologico andato perso a causa della cancellazione: “Sappiamo però che il più vecchio risale a maggio e che le feste registrate sono almeno 4-5”, spiegano. Oltre a questo c’è un secondo complesso lavoro, quello relativo all’identificazione dei partecipanti ai festini, tra cui anche molto personaggi noti appartenenti al mondo del calcio, imprenditori e showgirl. A confermarlo, spiega il portale, alcune foto pubblicate e poi rimosse in un gruppo dedicato alle feste a casa Genovese e che per la Questura sarebbe la prova che “in quelle feste siano stati commessi reati”.
CASO ALBERTO GENOVESE: PRIMI TESTIMONI DAVANTI AI PM
Il presunto stupro a carico della 18enne da parte di Alberto Genovese, ex numero uno di Facile.it, sarebbe avvenuto nella notte tra il 10 e l’11 ottobre scorso. La giovane venne a sapere della festa privata nell’attico di lusso dove poi sarebbe stata stordita con un mix di droghe da un uomo che alcune ragazze hanno definito il “braccio destro” di Genovese. Lo ha messo a verbale un’altra 18enne, amica della vittima e che quando era minorenne avrebbe partecipato ad alcuni festini a base di cocaina e sesso a Bologna. Dalla sua denuncia scattò l’inchiesta denominata “Villa Inferno” e non si esclude ora un collegamento con quella che vede protagonista l’imprenditore milanese. Intanto, come riporta AskaNews, sarebbero già partite le audizioni in procura di ospiti e collaboratori di Alberto Genovese ed andranno avanti anche nei prossimi giorni. Tra gli altri testimoni sarà convocato in procura anche il bodyguard dell’imprenditore che stando a quanto emerso dalle ricostruzioni relative alla notte dello stupro, sorvegliava la stanza padronale di Genovese, impedendo alle amiche della vittima di entrare. L’intento degli inquirenti è accertare se l’imprenditore 43enne, che nel primo interrogatorio si è detto dipendente dalla cocaina, in passato abbia commesso altre violenze simili e se sia stato coperto da qualcuno del suo staff che ora rischia l’accusa di favoreggiamento. Da qui l’intento degli inquirenti di verificare il reale ruolo del “braccio destro” di Genovese.